Olivetti, l’ingegnere delle macchine da scrivere
Camillo Olivetti, (13 agosto 1868, Ivrea – 4 dicembre 1943, Biella) fondatore dell’impresa italiana Olivetti, fu anche un ingegnere.
Nato da famiglia ebrea, ereditò dalla linea materna l’interesse per le lingue e dal padre (commerciante di tessuti) la sua indole imprenditoriale.
Nel 1881 si laureò in Ingegneria Industriale e, per fare esperienza e migliorare il proprio inglese ,abitò per un anno a Londra lavorando in una fabbrica che realizzava strumentazione elettrica.
Successivamente recatosi negli Stati Uniti, come interprete per il suo maestro Galileo Ferraris , conobbe l’inventore Thomas A. Edison.
Dal 1893 al 1894 fu assistente di elettrotecnica alla Stanford Universitiy dove poté testare l’elettricità in tutte le sue innumerevoli applicazioni.
Ritornato in Italia , fondò ad Ivrea nel 1896 la società “C. Olivetti & C.”, per la vendita di dispositivi per la misurazione elettrica.
La Edison, la più grande produttrice italiana dell’epoca di energia, entrò a far parte della società , opprimendo l’attività di ricerca fortemente ricercata da Olivetti.
In seguito partì per Milano e, tornato ad Ivrea, impiantò la ditta nota come “Ing. Olivetti & C.” ( quella che sarebbe divenuta famosa come Fabbrica di mattoni rossi) per la
produzione di macchine da scrivere, ottenendo fin da subito un grande successo. La Olivetti M1, fu il primo modello di macchina da scrivere industrialmente prodotta in Italia; era nata una degna capostipite di tutti i futuri prodotti Olivetti.
Questa macchina presenta una serie di numerose innovazioni per l’epoca:
- Il nastro poteva essere invertito in maniera automatica mediante un occhiello che era posizionato tra le estremità del nastro stesso;
- Sulla parte superiore della macchina (posizione comoda e al tempo stesso intuitiva), era posizionato il selettore di colore del nastro;
- Una leva, una volta raggiunto il giusto margine, non permetteva l’ulteriore scrittura.
Se ne produssero 6000 e nel 1920 venne sostituita dal successivo modello Olivetti M20. Quest’ultima fu la prima macchina da scrivere italiana immessa nel mercato internazionale e tra le altre migliorie presentava il carrello scorrevole su di una guida fissa.
Attuò l’assistenza alla clientela mediante filiali e questa strategia gli permise, puntando sulla qualità, di sopraffare la concorrenza tedesca e americana.
Il secondo dei suoi figli, Adriano Olivetti, entrò in azienda nel 1925 diventandone poi amministratore delegato e sostituendo progressivamente il padre. Durante il secondo conflitto mondiale, Adriano seppe affermare la posizione di leader dell’azienda di famiglia nell’ambito delle macchine d’ufficio.
Camillo Olivetti fu un imprenditore coraggioso e preparato, nonché un ottimo ingegnere e un grande uomo, tanto che la sua città natale gli dedicò un monumento.
Image credits: hdscreen.me