Il Teorema di Lagrange nel Safety Tutor in autostrada
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Avete mai sentito parlare del SICVE? Si tratta del sistema di controllo della velocità, noto anche come Safety Tutor, introdotto in alcuni tratti della rete autostradale italiana a partire dal 2004. Alla base di questo sistema di controllo, c’è il noto Teorema di Lagrange (o del valor medio).
A differenza dell’Autovelox che rileva la velocità istantanea dei veicoli nei tratti in cui è presente il dispositivo, il SICVE (acronimo di Sistema Informativo per il Controllo della Velocità) misura la velocità media tra due centrali di rilevamento poste anche a diversi chilometri di distanza.
Un sistema di fotocamere riprende le targhe dei veicoli che passano dalla stazione di controllo di partenza e da quella finale. I dati vengono poi inviati ad un calcolatore elettronico che riceve e memorizza tali dati che gli consentono di calcolare la velocità media di ciascun mezzo. In memoria resteranno soltanto le targhe degli autoveicoli che hanno superato il limite di velocità consentito.
E cosa c’entra allora il Teorema di Lagrange? Facciamo un breve ripasso
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Se una funzione f è continua nell’intervallo [a,b] e derivabile in (a,b), allora esiste almeno un punto c ∈ (a,b) tale che [latex]frac{f(b)-f(a)}{b-a}=f'(c)[/latex]. Nel caso specifico del Safety Tutor, se la funzione f(t) (dipendente dal tempo) descrive lo spazio percorso dall’auto all’istante t, il rapporto [latex]frac{f(b)-f(a)}{b-a}[/latex] rappresenta la velocità media dell’auto nell’intervallo temporale [a,b] e f’(t) fornisce la velocità istantanea (all’istante t).
In altri termini, il Teorema di Lagrange garantisce che esiste almeno un istante c (interno all’intervallo) in cui la velocità istantanea del veicolo è uguale alla velocità media tenuta nello stesso intervallo. Dunque, se la vostra velocità media supera il limite imposto di velocità, a prescindere dal modo in cui è stato percorso l’intero tragitto, ci sarà stato sicuramente un istante in cui avete raggiunto quella velocità e, quindi, sarete soggetti a multa.
Spunto tratto dalla pagina Facebook del prof. Vincenzo Giordano
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