SpaceBioMat: dallo spazio arriva il potere dei coralli

Da sempre lo spazio viene considerato il laboratorio ideale per la sperimentazione. L’assenza di gravità è una condizione particolare per lo sviluppo di nuove tecnologie e non solo.
In oltre mezzo secolo di attività spaziale, l’uomo ha condotto svariati esperimenti portando in orbita piante e microrganismi unicellulari (batteri). Ben presto sarà il turno dei coralli grazie al progetto SpaceBioMat.

Lo studio

Lo studio nasce da una collaborazione internazionale tra le università di Tel Aviv, Amsterdam e Bologna che hanno formato un team di cinque ricercatori: Zvy Dubinsky, Jaap Kaandorp, Stefano Goffredo, Giuseppe Falini e Valentina Airi. Gli esperimenti sui coralli sono destinati al modulo europeo Columbus, il laboratorio scientifico della Stazione Spaziale Internazionale, in cui sono già state effettuate diverse sperimentazioni, nelle più svariate discipline come ad esempio lo sviluppo dei vaccini, lo studio del sistema immunitario, lo sviluppo di leghe metalliche e la sopravvivenza di animali nello spazio.

SpaceBioMat

Space Bioreactor for Marine Mineralization Material Research è stato selezionato per far parte del programma Elips (European Programme for Life and Physical Sciences in Space). Ogni anno infatti l’ESA vaglia diverse proposte, ma solamente una viene accolta e sviluppata come Topical Team il cui scopo è coordinare le attività di ricerca attraverso l’organizzazione di esperimenti preliminari e incontri mirati a valutare la messa in orbita del progetto. Il primo incontro è avvenuto a Noordwijk, in Olanda, presso il Centro Europeo sulla Ricerca e le Tecnologie per lo Spazio dell’ESA.

Perchè proprio i coralli?

Il modello di deposizione dei cristalli di carbonato di calcio, con cui è costituito lo scheletro di questi organismi, si rivela molto interessante e potrebbe fornire ottimi riscontri nell’ambito medico. Uno fra tanti riguarda la cura e la prevenzione di patologie come l’osteoporosi.

REALIZZARE NUOVI MATERIALI PER L’INDUSTRIA BIOMEDICA

“Studiare il comportamento di questi organismi in assenza di gravità – spiegano i ricercatori – potrebbe consentirci di utilizzarli come modello per realizzare nuovi materiali di impiego nell’industria biomedica facendo grandi passi avanti nella produzione di protesi ossee e dentali”.

ESA

Il costo

Il costo di un esperimento spaziale si aggira intorno ai 250.000 dollari (circa 215,000 euro) o poco più a seconda dell’attrezzatura necessaria. Per l’intero programma ELIPS sono stati raccolti 298 milioni di euro (oltre i 220 richiesti). L’esperimento è ora in corso di sviluppo.

Il comportamento dei coralli sarà valutato in condizioni di stress attraverso la “Gondola”, una centrifuga (LDC: Large Diameter Centrifuge) in grado di simulare ambienti di ipergravità: attraverso la forza centrifuga infatti, è possibile ottenere spinte venti volte superiori alla gravità terrestre. Questi test sono indispensabili per studiare gli effetti sulle singole cellule e tessuti degli organismi animali/vegetali, così da verificare la riuscita progetto. Un primo passo essenziale per portare SpaceBioMat in orbita già dal 2016.

Header image credits: ecoxotic.com

Published by
Antonio Piazzolla