Barraq: uno shop mobile, trasportabile su due ruote ed economico

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Uno shop mobile, trasportabile su due ruote ed economico. Si può  richiudere in un trolley ed è dotato di pannello solare per ricaricare il cellulare o alimentare un piccolo registratore di cassa.

Si chiama barraq e l’idea è venuta ad un team di ragazzi, premiati dalla Camera di Commercio di Bari.  Tra di loro  Antonio Spera, che ha accettato di parlarne su Tipitosti.it.

A cosa serve Barraq?
Si è immaginato di creare una possibilità di vendita che rispondesse a molti dei limiti dei venditori ambulanti di tutto il mondo, come la scarsa igiene nella vendita, il numero degli elementi che le bancarelle ambulanti possono contenere e sopra ogni cosa, la trasportabilità che permette una totale libertà al venditore nella scelta degli spazi dove vendere.

L’ispirazione?
Tutto il team è composto di persone che hanno, nel tempo, raccolto esperienze in Paesi emergenti e che considerano la frugal innovation, ovvero l’innovazione basata sulla riduzione dei costi per aumentare l’accessibilità di un prodotto, una possibilità per tutti.

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Perchè un nome così?
Riprende le nostre origini meridionali. Nella forma dialettale “bancarella” si dice bancarell, barrach. E poi lo abbiamo testato tra i nostri amici e il nome riportava subito a un immaginario chiaro.

In quanti siete?
Il team è composto da quattro persone, Giusy Ottonelli, architetto esperto in progettazione frugal, Francesco Zanfardino, esperto in tecnologie per migliorare la qualità della vita, Mara Lomonaco, operatrice sociale con esperienza di cooperazione internazionale, ed io, Antonio Spera esperto in frugal innovation nei Paesi emergenti.

Qual è stata la difficoltà piu grande nel realizzare l’ idea?
Il nostro obiettivo è offrire uno shop solido, funzionale e con un bel design il tutto senza superare la soglia dei cento euro per l’acquisto. Restare in questo budget senza rinunciare alla funzionalità, è stata una sfida molto difficile.

Oggi cosa è particolarmente faticoso nella vostra attività?
Ad oggi, stiamo lavorando speditamente, grazie al contributo fornito dalla Camera di Commercio di Bari, sulla prototipazione e la ricerca di un materiale che risponda perfettamente alla funzionalità e al costo che ci siamo fissati. Tutto il team ora è impegnato nella fase di ricerca e sviluppo per rendere Barraq il prima possibile uno strumento utile per milioni di persone.

Ci sono stati momenti particolarmente duri  in cui avete pensato di mollare?
In verità, dopo ogni passaggio, l’idea si mostrava più concreta e realizzabile e quindi ogni fase è stata più motivante di quella precedente.

Quanto avete investito?
Il  team in questi mesi ha impegnato ogni attimo disponibile  a  lavorare all’idea.

E quanto avrete dalla Camera di Commercio di Bari?
Dalla Camera di Commercio saremo finanziati per una cifra da concordare in base alle nostre necessità e alle loro considerazioni. Il sostegno lo utilizzeremo per progettare il

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modello definitivo, per la creazione del prototipo, per l’acquisizione dei brevetti a livello internazionale e per avviare una campagna di marketing propedeutica al lancio di Barraq.

Progetti di qui a cinque sei anni?
Lanceremo una linea di prodotti e di servizi dedicati agli street vendorscostruendo la più grande community di attori della cosiddetta economia informale anche attraverso una piattaforma web.

Vi sentite tosti?
Non è una parola che mi fa impazzire, ma se è sinonimo di ostinazione e convinzione nella propria idea e nei propri valori etici allora si, sono e siamo tipi tosti. Quanto? Ho sempre amato il numero 7, come le grandi ali del gioco del calcio. Garrincha, Best, Meroni. Tanto talento con tante imperfezioni.

Cosa consigli a chi non trova lavoro, vuole emigrare e sta leggendo la vostra storia?
Andare all’estero non deve essere vissuto come un fallimento personale. E’ nella storia dei popoli spostarsi. E’ nella globalizzazione e questa non è la parte brutta della cosa. Dobbiamo essere cittadini nel mondo, esportando non solo merci, ma anche idee, valori, principi e Barraq. Per neccessità l’hanno fatto i nostri nonni, ora abbiamo più mezzi e qualche diritto in più. Ma se hai una idea forte, difendila e se la vuoi fare a casa, allora resta.

 

Published by
Cinzia Ficco