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NEEMO (Nasa Extreme Environment Mission Operations) è un programma della Nasa che permette di svolgere esperimenti in condizioni simili a quelle della Stazione Spaziale Internazionale ma sott’acqua, o meglio nelle profondità dell’oceano. Il laboratorio utilizzato si chiama Aquarius e appartiene all’Università Internazionale della Florida. Si tratta principalmente di un monolocale perché ha un deck di ingresso che dà direttamente sull’oceano, una camera comune che funge da “sala da pranzo” e workstation per gli esperimenti e un piccolissimo compartimento per la notte dove ci sono i lettini. Questo mini sommergibile, ancorato al fondale, ripropone in scala ridotta la strumentazione presente sulla Stazione Spaziale. Un modo affascinante e intelligente di testare gli esperimenti proposti da enti e università per verificare se vale la pena o meno riproporli sulla ISS.
Il 20 luglio il maggiore Luca Parmitano, promosso comandante dell’equipaggio Neemo20, ha raggiunto il laboratorio sommerso insieme ai tre compagni di spedizione gli “acquanauti” Serena Aunon, Norishige Kanai e Dave Coan. L’equipaggio resterà sommerso per 15 giorni nell’Atlantico, oltre la costa della Florida, ad una profondità di 19 metri. Verranno sperimentati nuovi sistemi da portare nello spazio come un metodo per raccogliere i dati biometrici degli astronauti, alcune procedure per l’esplorazione interplanetaria e, forse più importante, la sperimentazione del ritardo nelle comunicazioni che esiste fra la Terra e gli astronauti se si trovano a grande distanza. All’esterno saranno sperimentati invece alcuni utensili progettati per essere adoperati in condizioni di microgravità.
Parmitano sarà anche il primo a sperimentare, in queste condizioni, degli occhiali Hololens con tecnologia Sidekick progettati per lo spazio: consistono in visori olografici che creano una realtà aumentata. Chi li indossa continua ad essere immerso nella realtà normale, ma sui visori vengono proiettate in tre dimensioni delle immagini utili per svolgere varie attività, come riparazioni e installazioni.
L’unico rischio per gli acquanauti è dovuto al fatto che saranno in piena saturazione. Quando ci si sposta sott’acqua l’azoto che è disciolto nel sangue satura i tessuti della pelle e in caso di risalita rapida può comportare dei problemi di salute. In caso di emergenza non potranno quindi risalire immediatamente, ma avranno bisogno di procedure speciali per poter essere riportati in superficie.