La Nasa ha fotografato i luoghi in cui è ambientato il film “The Martian”
La Nasa ha fotografato i luoghi in cui è ambientato il film “The Martian”, grazie alla sonda Mro (Mars Reconnaissance Orbiter) in orbita in torno al pianeta rosso.
La Nasa ha fotografato i luoghi in cui è ambientato il film The Martian, grazie alla sonda Mro (Mars Reconnaissance Orbiter) in orbita in torno al pianeta rosso. Le immagini, catturate dal dispositivo fotografico Hirise (High Resolution Imaging Science Experiment) riguardano i siti di atterraggio delle missioni Ares 3 (nel film, che nella realtà corrisponde alla pianura Acidalia Planitia, e Ares 4 (che corrisponde al cratere Schiaparelli).
Acidalia Planitia è una vasta distesa, ricca di crateri, che viene frequentemente monitorata dalla sonda della Nasa così da tenere sotto controllo i suoi cambiamenti stagionali. Nel film è il luogo di atterraggio della missione Ares 3, vicina al luogo in cui il protagonista riesce a recuperare e a riattivare il rover Sojourner (primo rover nella storia a solcare il pianeta rosso nel 1997) così da poter comunicare nuovamente con la Terra. La Nasa ha fotografato anche l’orlo del cratere Marth che nel film è il cratere Mawrth: il terreno appare piuttosto corrugato e caratterizzato da numerosi crateri da impatto. Sono presenti anche alcune piccole dune di sabbia (o forse polvere).
Il cratere di Schiapparelli invece rappresenta un’area pianeggiante molto luminosa e interamente coperta di polvere uniforme rossastra senza variazione di colore. Non vi sono massi o rosse visibili e questo lascia indurre gli scienziati a credere che lo strato polveroso sia spesso almeno un metro. Nel film l’angolo a sud – ovest del cratere di Schiapparelli corrisponde alla zona di atterraggio di Ares 4.
Nella realtà questi siti, e cioè Acidalia Planitia ed il cratere di Schiapparelli, non sono mai stati scelti come luoghi di atterraggio per almeno due valide ragioni. La prima è per via della polvere che ha una bassa inerzia termica: si scalda maggiormente di giorno e si raffredda notevolmente di più di notte. Un’escursione termica così alta può creare problemi piuttosto seri ai veicoli spaziali. Il secondo motivo è che la polvere non permette di vedere cosa c’è sul suolo: un masso nascosto potrebbe avere un effetto iceberg durante la fare di atterraggio del veicolo.