Intervista ad Alan Stern: quel fantastico mondo chiamato Plutone

Plutone è divenuto ormai il pianeta nano più famoso della storia. New Horizons si è rilevata la più avvincente missione spaziale dell’ultimo ventennio e l’esplorazione del pianetino trans nettuniano sta appassionando tutti noi amanti del cielo. L’entusiasmo che ha coinvolto l’intera popolazione mondiale è straordinario: basti pensare che l’hashtag #PlutoFlyby è stato utilizzato migliaia di volte, scatenando ironia, curiosità, meraviglia e stupore fra gli utenti della rete.

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Cristina Dalle Ore, credits: seti.org

C’era da aspettarselo del resto; che Plutone non ci avrebbe deluso non c’era alcun dubbio. Ora che finalmente stiamo ricevendo i dati di New Horizons ne abbiamo avuto una lenta conferma, giorno dopo giorno. I pacchetti-dati impiegano molto tempo per essere scaricati, sia per la distanza notevole (circa 5 miliardi di chilometri), sia per le grosse dimensioni dei files. “Ricevere file da New Horizons è come scaricare dal web un file di grosse dimensioni usando un vecchio modem.” – spiegava Cristina Dalle Ore, Nasa Principal Investigator e vice-leader del gruppo “composizione” di New Horizons, nella nostra intervista del mese scorso. “Ogni pixel si riferisce ad un’area ampia diversi chilometri” – ha aggiunto.

Le scoperte del mese di ottobre hanno lasciato tutti senza fiato: l’atmosfera plutoniana è azzurra come quella terrestre inoltre, sulla superficie di Plutone, la sonda New Horizons ha localizzato la presenza di ghiacciai. Già nel mese di settembre l’atmosfera plutoniana aveva attratto la curiosità degli scienziati e degli appassionati, quando Plutone è stato osservato per la prima volta mentre era contrapposto al Sole. M la rielaborazione fotografica è stata possibile solo questo mese, quando l’aggiunta dei colori ha rivelato la colorazione atmosferica.

NASA/New Horizons

 

Alan Stern, credits: nasa.gov

L’immagine di Plutone, avvolto nell’affascinante e misteriosa atmosfera azzurra, ci fa percepire questo piccolo e lontano corpo celeste come un mondo meno ostile e più simile al nostro pianeta.

“Chi avrebbe mai immaginato di trovare il cielo azzuro nella Fascia di Kuiper? È stupendo!” – ha commentato Alan Stern, il responsabile scientifico di New Horizons. “Plutone ci sta mostrando una diversità di morfologia e una complessità di processi forse addirittura superiore a tutto ciò che abbiamo finora visto nel sistema solare. Se un artista avesse disegnato in questo modo una raffigurazione di Plutone prima del nostro sorvolo ravvicinato, probabilmente l’avrei definita assolutamente esagerata. Invece è proprio quello che si trova lassù” – ha dichiarato qualche tempo fa.

Cathy Olkin, credits: nasa.gov

Proprio questa sua affermazione mi ha incoraggiato a contattarlo scatenando in me una moltitudine di domande. Dopo alcune ricerche sul web sono riuscito a risalire alla sua e-mail e, a differenza di quanto pensassi, entrare in contatto con Alan Stern è stato più facile del previsto: è stato molto gentile e disponibile. Successivamente, grazie all’eccellente lavoro svolto dalla dott.ssa Cathy Olkin che ha raccolto per me le considerazioni di Stern, ho ricevuto le risposte in tempo record nell’arco di una notte, tra un termos di caffè e l’altro. Grazie Dr. Stern e grazie dott.ssa Olkin.

NASA/New Horizons

Che Plutone si sarebbe rilevato ricco di sorprese era scontato, ma vederlo circondato da un cielo azzurro come la Terra, ci ha lasciato tutti senza parole. Io stesso, nel vedere quella bellissima immagine, mi sono detto: “Ma che diamine.. qualcuno lì si è divertito ad usare Photoshop?”. In realtà sappiamo che l’atmosfera plutoniana è molto diversa da quella terrestre. Facciamo chiarezza sulla questione.

L’atmosfera di Plutone è molto più sottile di quella terrestre, la sua pressione atmosferica infatti è 100.000 volte più piccola. Vediamo nebbie ovunque su Plutone che si estendono per più di 100 miglia nell’atmosfera. Sono le piccole particelle che compongono questa foschia a rendere azzurra l’atmosfera di Plutone.

New Horizons ha localizzato H2O, o per essere più precisi, ghiaccio. Vi aspettavate di trovarlo su Plutone?

Studiamo Plutone spettroscopicamente da decenni ed una delle cose che stavamo cercavamo era proprio l’H2O ma ovviamente non potevamo riconoscere il ghiaccio osservando la superficie plutoniana dalla Terra. Ci aspettavamo di trovare acqua ghiacciata su Plutone ma non potevamo averne conferma fino all’arrivo di New Horizons che con una spettroscopia ad alta risoluzione della superficie ha rilevato diversi ghiacciai.

Sembrerebbe che il ghiaccio si trovi principalmente nella zona rossastra del pianeta nano. La cosa può sembrare piuttosto insolita all’occhio dei meno esperti. Ci sa dire qualcosa di più in merito? C’è una correlazione tra il ghiaccio e le toline, le piccole particelle che sembra conferiscano il colore azzurro all’atmosfera?

C’è presenza di acqua ghiacciata soprattutto nelle zone rossastre della superficie ma le toline non sono ovunque. Probabilmente l’acqua, miscelata alle toline, produce quella decisa colorazione rossastra. Non ne siamo ancora sicuri.

Tecnicamente parlando come vengono analizzati i dati? Quanto è difficile trarre conclusioni e quanto è alto il rischio di essere ingannati dalle apparenze?

Lo strumento Ralph/LEISA ci permette di catturare immagini nello spettro luminoso che va da 1,25 a 2,5 micron su tutta la superficie di Plutone. La risoluzione è di circa 10 km per ogni pixel dandoci così la possibilità di osservare la composizione di alcune formazioni geologiche. Le firme spettroscopiche di certe molecole (come ghiaccio di metano, monossido di carbonio ghiaccio, ghiaccio di azoto e ghiaccio d’acqua) sono molto semplici da individuare. Se c’è ghiaccio lo vediamo chiaramente dunque è raro sbagliare.

New Horizons è indubbiamente una delle missioni più entusiasmanti dell’ultimo ventennio. Quali saranno i suoi obiettivi futuri?

Il team di New Horizons sta preparando una richiesta per estendere la durata della missione così da poter effettuare il flyby di un oggetto presente nella Kuiper Belt nei primi mesi del 2019. Questo oggetto, chiamato 2014 MU69, è molto più piccolo di Plutone: il suo diametro misura infatti appena 30 km. New Horizons potrebbe raccogliere informazioni interessanti così da capirne qualcosa in più sui corpi celesti della fascia di Kuiper.

Quanto crede che “vivrà” ancora la sonda e fino a quando saremo in grado di comunicare con lei?

Saremo in grado di comunicarci fino al 2030, ma non saprei dirle con certezza se la sonda potrebbe “sopravvivere” oltre quella data.

Grazie alla sonda Dawn stiamo apprendendo molte cose anche su Cerere in questi ultimi mesi. Quali analogie ci sono fra Cerere e Plutone? Sono simili?

È stato emozionante imparare così tanto sul nostro sistema solare quest’anno. Se confronto Cerere e Plutone vedo un sacco di differenze. Abitano in zone diverse del sistema solare: Cerere si trova nella fascia degli asteroidi, tra Marte e Giove, mentre Plutone nella fascia di Kuiper. La differenza sostanziale sta nel ghiaccio: Plutone ne è dominato mentre Cerere no.

Le missioni spaziali, come New Horizons e Rosetta, stanno spianando la strada per programmi spaziali a lungo termine. Secondo lei il contributo di queste sonde faciliterà il viaggio dell’uomo verso Marte?

Si, penso che le missioni robotiche come New Horizons e Rosetta possano senz’altro spianare la strada per i programmi spaziali di lunga durata. Esplorando i pianeti del nostro sistema solare stiamo imparando sempre di più sui processi che si verificano su questi mondi. Aumentando la nostra conoscenza sulle leggi che governano il nostro sistema solare comprenderemo meglio i problemi e le preoccupazioni che possono insorgere per gli esseri umani durante il viaggio su Marte.

Pluto, credits: NASA/New Horizons

Adesso che conosciamo meglio Plutone e i suoi dintorni (piuttosto privi di detriti proto-planetari) crede che sia giusto definirlo ancora un Pianeta Nano?

Ho sempre considerato Plutone un pianeta. Credo sia il termine giusto per definire questo mondo che possiede atmosfera, un’interessante geologia e ben cinque lune.

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Published by
Antonio Piazzolla