Arrivano le scarpe create dalla spazzatura raccolta in mare

Si è già parlato di come la plastica sia stata un’invenzione controproducente dell’uomo e di come cercare di dare una seconda vita a questo materiale sia di primaria importanza (Addio asfalto, ecco la strada di plastica riciclata). Nelle settimane scorse l’Adidas ha annunciato l’inizio di una collaborazione con Parley, un’organizzazione ambientale che ha come obiettivo la drastica riduzione dell’inquinamento degli oceani soprattutto da parte dei rifiuti plastici, per creare la prima scarpa ecologica.

PH: news.adidas.com

La scarpa è composta principalmente da rifiuti che galleggiano liberi nell’oceano, specialmente fili, plastica e reti da pesca abbandonate. La spazzatura usata per la creazione della scarpa è stata raccolta dalla Sea Shepherd Conservation Society, che ha raccolto circa 70 kg di reti da pesca verdi, incorporate interamente nel modello finale, dopo aver monitorato per 110 giorni una nave bracconiera al largo delle coste dell’Africa Occidentale.

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L’entusiasmo per questo progetto è alto, come afferma soprattutto il fondatore di Parley, Cyrill Gutsch: “Il nostro obiettivo comune è quello di avvicinare le persone a queste tematiche ambientali. Siamo estremamente orgogliosi che un’azienda come l’Adidas abbia sposato un progetto come il nostro, e sta mettendo tutta la forza creativa dei propri collaboratori per cercare di rendere possibile la trasformazione di spazzatura oceanica in una scarpa economica e alla moda.”

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Ma il progetto non si ferma qui; infatti l’Adidas ha annunciato nei giorni scorsi la creazione di una soletta stampata in 3D, composta da poliestere riciclato e da reti da pesca.

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Sfortunatamente però le scarpe, a differenza delle solette, non saranno immesse sul mercato, ma dal 2016 l’Adidas ha intenzione di introdurre plastica riciclata nei suoi nuovi modelli, come afferma un suo esponente: “Questo non è un piano, è un’azione. Abbiamo dimostrato cosa siamo capaci di fare quando iniziamo a collaborare tutti insieme.

Un forte messaggio da parte di un colosso internazionale, che risponde in maniera netta alle accuse di inquinamento ambientale mosse negli anni precedenti da Greenpeace.

A questo punto però la domanda è lecita: un’ottima mossa pubblicitaria o la svolta per un mondo meno inquinato?

Published by
Massimiliano Russo