Correva l’anno 1966 quando l’Unione Sovietica riuscì a far allunare, senza intoppi, la sonda Luna 9. Vennero scattate, per la prima volta, le immagini del nostro satellite dal suo stesso suolo: i panorami lunari sortirono un forte effetto psicologico sulla popolazione.
Il 31 gennaio del 1966 il razzo Molniya-M partì dal cosmodromo di Baikonur con la sonda Luna 9. Si trattava del dodicesimo tentativo sovietico di far atterrare un lander sulla Luna.
Luna 9 pesava 99 chilogrammi ed era costituita da una capsula a tenuta ermetica al cui interno c’erano vari strumenti di rilevazione e un sistema per scattare e trasmettere le immagini a Terra. La capsula era dotata di due air-bag che la avrebbero protetta durante l’atterraggio, previsto ad una velocità di 22 km/h. La stessa tecnica venne utilizzata qualche anno più tardi dalla Nasa per far atterrare alcuni rover su Marte.
Una replica della sonda Luna 9.
La sonda aveva una forma a guscio di ghianda con il baricentro spostato verso il basso. Un assetto pensato proprio in funzione di questo metodo di atterraggio incontrollato: giunta sul suolo lunare, il modulo rotolava con naturalezza nell’assetto desiderato, vale a dire con il periscopio e le antenne rivolte verso l’alto.
L’allunaggio, avvennuto nell’Oceanus Procellarum il 3 febbraio 1966, fu un autentico successo. La sonda madre arrivò fino a 5 metri dal suolo lunare e lì espulse la palla d’acciaio che conteneva la strumentazione: dopo aver rimbalzato più volte sulla superficie ed essersi liberata dagli air-bag, i 4 pannelli a petalo si aprirono lasciando così gli strumenti di bordo nelle condizioni di lavorare.
Luna 9 realizzò l’antenata della fotografia panoramica, la stessa che realizziamo quando andiamo in vacanza con i nostri smartphone. Il panorama si spingeva fino a un chilometro e mezzo dalla sonda: protagonisti delle foto erano i vari crateri di piccole dimensioni e un piccolo masso osservabile in prossimità della sonda.
Per qualche strano motivo, le immagini non furono pubblicate immediatamente dall’Unione Sovietica, ma finirono lo stesso sui giornali occidentali. I sovietici utilizzarono per la trasmissione delle foto dalla Luna alla Terra un sistema analogo a quello utilizzato dai giornali per la teletrasmissione delle foto. Gli inglesi, che avevano intuito questo retroscena, catturarono le immagini che vennero pubblicate qualche giorno dopo dal Daily Express.
La prima pagina del Daily Express con le foto realizzate da Luna 9.
Quelli che si vedono nelle foto sono i 4 fili a piombo appesi alle antenne e posizionati in modo da essere ben visibili alla telecamera: una trovata geniale per indicare nelle fotografie quale fosse la verticale locale. Gli scienziati presero spunto dai sottomarini: la macchina fotografica infatti, pesante e stabile, era istallata all’interno della sonda ed era puntata su uno specchio che sporgeva dalla sommità e ruotava, proprio come un periscopio.