Teoria della relatività: le microlenti gravitazionali per scoprire nuovi pianeti
Il noto telescopio Kepler, il cui scopo è cercare esopianeti, sperimenterà a partire dal 14 aprile una nuova tecnica di osservazione, che fonda le sue radici nella teoria della relatività di Albert Einstein.
Il noto telescopio Kepler, il cui scopo è cercare esopianeti, sperimenterà a partire dal 14 aprile una nuova tecnica di osservazione, che fonda le sue radici nella teoria della relatività di Albert Einstein.
Lanciato in orbita nel lontano 2009, Kepler ha scoperto fino ad oggi più di 1.000 possibili pianeti extrasolari, purtroppo dal 2013 si sono verificato diversi malfunzionamenti che ne hanno compromesso, ma solo in parte, le prestazioni. I più gravi sono stati risolti ed il telescopio della NASA ha iniziato una nuova vita, chiamata K2, grazie alla sperimenterà una nuova tecnica di osservazione che consiste nel rilevare le distorsioni della luce provenienti da stelle lontane quando un pianeta si trova a passare tra Kepler e la stella madre.
Il nuovo metodo, noto come “microlenti gravitazionali” verrà testato per 75 giorni, con il supporto di oltre 20 telescopi terrestri. Si stima che verranno osservate 100 nuovi pianeti, con una media di 1,5 pianeti al giorno.
Le microlenti gravitazionali potrebbero permettere di osservare anche pianeti solitari, quelli che per qualche motivo (come impatti con altri oggetti) non si trovano più a orbitare attorno ad una stella e vagano solitari nello spazio come gli asteroidi. Il test servirà anche a perfezionare il successore di Kepler, il Wfirst (Wide-Field Infrared Survey Telescope) il cui lancio in orbita è previsto per il 2020.