L’equazione che ha cambiato il mondo

La famosa equazione di A. Einstein, ha sempre affascinato anche i profani e rimane senza dubbio quella più acclamata  nel panoramica scientifico, E=m c2, un’espressione cosi elegante, priva di “strani” operatori matematici, smilza, solo un prodotto tra due grandezze equivalenti al più grande enigma che affliggeva i fisici, l’energia. Egli fu sempre convinto che vi fosse una relazione tra massa ed energia, due grandezze considerate a quel tempo prive di collegamento ed abbastanza lontane dal trovarne un’affine relazione.

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L’interrogativo fondamentale, resta il “perché”. Perché elevare al quadrato la velocità di qualcosa che si sta misurando, si può rivelare un sistema cosi preciso per descrivere tutto ciò che ci circonda? Una spiegazione a tale interrogativo risiede nel fatto che anche la stessa geometria del globo produce molto spesso delle quantità che sono quadratiche. Se provate ad avvicinarvi ad una lampada compiendo metà del percorso che vi divide da quest’ultima, la luce che si proietterà sulla vostra mano non sarà il doppio come intensità, bensì aumenterà di ben quattro volte. La cosa abbastanza interessante è che quasi tutte le quantità che aumentano con costanza risulteranno crescere in termini di valori elevati al quadrato. Provate ad accelerare con l’auto passando da una velocità di 10 ad 40 km/h, è ovvio dedurre  che la vostra velocità sia aumentata di ben 4 volte, ma lo spazio di cui avrete bisogno per arrestare la vostra corsa non sarà di certo quattro volte maggiore, poiché l’energia che si è accumulata sarà aumentata di circa 16 volte (E=m v2) . Infatti i fisici scelsero di adottare la tecnica di moltiplicare la massa di un dato oggetto per la velocità al quadrato,  in modo da ottenere una corretta valutazione della sua energia. Tutto ciò apparve agli occhi di Einstein utile per rendere ancor di più sensata la sua continua convinzione che massa ed energia apparentemente separati, potevano essere uniti dal simbolo c (velocità della luce), ma c2. Quindi l’energia massima che una massa poteva e può  liberare è quantificabile considerando il prodotto tra la massa stessa ed il quadrato della velocità della luce (espresso in km/h è pari a 1.166.400 bilioni). Se provassimo a viaggiare con l’immaginazione, cosa oltretutto suggerita molto spesso da Einstein, (la logica ci porta da A a B, l’ immaginazione ovunque cit. A.E) potremmo interpretare quel segno di uguale nell’equazione come una galleria  in cui ogni minuscola massa subisce un processo di amplificazione ogni volta che attraversa l’espressione e giunge dal lato dell’energia. Tutto ciò ci permette di concepire la massa come la più piccola entità entro cui tutta l’energia può albergare, e viceversa l’energia è la più grande espressione che può avere la massa in determinate condizioni. Pensate e provate a calcolare l’energia che  potrebbe originare la massa di un innocuo foglio di carta, se “decidesse di attraversare la famosa galleria dell’equazione”.

 

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Gabriele Caliri