In volo con l’astronauta Maurizio Cheli
Close-up Engineering torna a far visita all’astronauta Maurizio Cheli per un flight-test del DARDO, un velivolo ultraleggero realizzato dalla startup CFM Air.
L’astronauta Maurizio Cheli, primo italiano a ricoprire il ruolo di mission specialist (se hai perso l’intervista precedente clicca qui) progetta, produce e collauda velivoli ultraleggeri in lega di alluminio e fibra di carbonio con la sua startup, CFM Air. Close-up Engineering è tornato a fargli visita per testare il DARDO.
Si tratta di un biposto ultraleggero dal design accattivante e gli interni confortevoli. Il pannello dei comandi si presenta con una configurazione semplice ed intuitiva anche per principiati e non addetti ai lavori. Nella consolle centrale con i sistemi di controllo del volo e gli strumenti per la navigazione aerea, trovano alloggio due schermi LCD ad alta risoluzione per la visualizzazione del radar e dell’indicatore di assetto (orizzonte artificiale).
Le prestazioni del DARDO sono notevoli ed il doppio comando, insieme alle altre caratteristiche sopracitate, lo rende molto simile ad un velivolo di addestramento militare.
Vediamo quali sono le caratteristiche tecniche del velivolo:
Flap extended speed (velocità massima con i flap estesi): 150 km/h
Maneuvering speed (velocità di manovra): 180 km/h
Maximum gust intensity (velocità da non superare in caso di raffiche): 250 km/h
Never exceed speed (velocità da non superare in nessuna condizione di volo): 340 km/h
Dive speed (massima velocità teorica raggiungibile in affondata): 380 km/h
Il volo
24 maggio 2016, ore 13:40, Aeroclub Torino-Aeritalia a Collegno (TO). Dopo il rullaggio, durato alcuni minuti, siamo decollati in modalità CTOL: Conventional Take-off and Landing (decollo e atterraggio convenzionale, dove per convenzionale si intende orizzontale).
Il piano di volo è di tipo locale, della durata di 20 minuti circa. Scopo del volo è testare il comfort del velivolo e valutare le prestazioni. Ci dirigiamo verso la Val di Susa, situata nella parte occidentale del Piemonte, ad ovest di Torino: lunga 80 km e con oltre 90.000 abitanti, è la valle alpina più estesa e popolata del Piemonte. Prende il nome dalla città di Susa, situata in posizione baricentrica nella vallata, anche se il suo centro più grande oggi è Avigliana.
Nell’Alta Valle si trova il punto più occidentale d’Italia (vetta della Rocca Bernauda). Sorvoliamo la Sacra di San Michele sul monte Pirchiriano, che veglia l’ingresso della Valle di Susa da Torino. Il complesso architettonico, collocato sul monte Pirchiriano, all’imbocco della val di Susa, è situato nel territorio del comune di Sant’Ambrogio di Torino poco sopra la borgata San Pietro, ed appartiene alla diocesi di Susa. È il monumento simbolo del Piemonte nonchè una delle più eminenti architetture religiose di questo territorio alpino, transito per i pellegrini tra Italia e Francia. Ristrutturato, è stato affidato alla cura dei padri rosminiani, la Sacra di San Michele è un’abazia romanica-gotica risalente alla fine del X secolo. L’abazia è alta 41 metri ed è collocata sul monte Pirchiriano, uno sperone roccioso alto 962 metri. Il DARDO si presenta molto confortevole, spazioso e prestante: insofferente ai vuoti d’aria, resistente alle folate di vento (che quel giorno sono state di media intensità). Il nostro volo, durato circa 20 minuti, è terminato alle 13:58 locali.
Un’esperienza così unica andava raccontata nella sua semplicità con l’emozione che solo il volo può regalare, in quanto esperienza che eleva corpo e intelletto umano alienandolo dalla sua natura terrestre, e con l’entusiasmo di Maurizio che trasmette, a chi gli sta accanto, il suo emozionarsi per la passione che lo ha portato da un SF-260 allo Space Shuttle: emozioni che racconta anche nel suo libro “Tutto in un istante” edito da Minerva Edizioni.