La “Smart” della FIAT odiata dalle lobbies
Correva l’anno 1972 e il gruppo FIAT presenta al Salone di Torino la X1/23 Concept, una piccola auto a due posti molto simile alle moderne “Smart”; particolarità di quest’auto era il motore elettrico alimentato da batterie al nichel-zinco con una potenza di 13,5 cv che permetteva al veicolo di raggiungere i 70km/h. Un’autentica innovazione per l’epoca, ma…
Correva l’anno 1972 e il gruppo FIAT presenta al Salone di Torino la X1/23 Concept, una vettura biposto simile alle moderne “Smart”; particolarità di quest’auto era il motore elettrico alimentato da batterie al nichel-zinco, con una potenza di 13,5cv, in grado di raggiungere i 70km/h.
Si trattava tuttavia di un esercizio di stile: “un concept progettuale mirato allo scopo di proporre e successivamente analizzare una o più soluzioni stilistiche, le quali anticiperanno o ispireranno progetti futuri o mirano a informare l’orientamento stilistico che si sta adottando”, insomma in parole povere, un modello non funzionante al solo scopo dimostrativo.
Il progetto verrà ripreso qualche anno più tardi, nel 1976, con una innovazione decisamente inusuale per l’epoca: il motore elettrico, alimentato da batterie al nichel-zinco installate nel vano posteriore per un’autonomia stimata tra i 50 e gli 80 km. La potenza complessiva di 13,5 cv consentiva al veicolo di raggiungere i 70km/h. L’innovazione più grande consisteva nella possibilità di ricaricare le batterie durante la frenata: un tipo di tecnologia che svariate decine di anni dopo avremmo chiamato KERS, acronimo di Kinetic Energy Recovery System (Sistema di Recupero dell’Energia Cinetica) un dispositivo elettromeccanico atto a recuperare parte dell’energia cinetica di un veicolo durante la fase di frenata e a trasformarla in energia meccanica o elettrica, nuovamente spendibile per la trazione del veicolo o per l’alimentazione dei suoi dispositivi elettrici.
Il progetto però rimase tale: indovinate perché..?