Fra matite e votazioni… “ed è subito “complotto”!”
Non è certo una novità, ogni giorno un italiano medio, polemico e populista per natura, si sveglia e sa che dovrà trovare il modo giusto per lamentarsi, gridando al complotto. Allo stesso modo, ma con un approccio differente, un altro italiano si sveglia, augurandosi di riuscire a “svegliare” tutti gli altri, tentando di sventare puntualmente l’ennesima bufala del momento.
E’ anche questo il caso del 4 dicembre 2016, giornata in cui siamo stati tutti chiamati alle urne per esprimere il nostro consenso o dissenso sull’ultimo referendum costituzionale; al centro della nostra attenzione, questa volta, c’è la bufala della matita “cancellabile”.
Ebbene sì, si è diffuso a macchia d’olio, sui social, l’allarme: tutti quanti temono che le matite copiative, regolarmente utilizzate durante le votazioni, e di norma “indelebili”, siano state scambiate con delle comunissime matite, il che comprometterebbe naturalmente la votazione, in quanto i voti potrebbero essere facilmente manipolati, vista la semplice “cancellabilità” della grafite classica.
Ma è tutto vero? Le matite sono state realmente scambiate? Ovviamente no, malgrado in molti si siano lasciati conquistare dal “complotto” del momento.
la matita copiativa
Le matite copiative, utilizzate durante le votazioni, sono diverse dalle semplici matite utilizzate nella quotidianità; infatti, mentre la matita classica ha la mina di sola grafite, quella della matita copiativa contiene anche coloranti, derivati dall’anilina, e dei pigmenti, solubili in acqua: il segno che ne risulta può essere cancellato completamente solo per abrasione.
Il tratto di una matita copiativa, oltretutto, svela ogni tentativo di cancellazione tramite solvente, lasciando evidenti macchie sulla carta, essendo quindi immune da una qualsiasi manomissione. Se si prova ad eliminare il tratto di una matita copiativa, utilizzando una normalissima gomma per cancellare, viene esclusivamente rimossa solo la componente in grafite del segno, lasciando però visibili i pigmenti.
Questo è accaduto anche nel caso del cantante Piero Pelù: successivamente al tentativo di rimozione del segno fatto con la particolare matita, la grafite è venuta via, lasciando tuttavia una traccia, ignorata dal cantante, che ha poi denunciato l’accaduto, lanciando poi anche l’allarme sui social, aumentando la risonanza della bufala.
Ma approfondiamo il discorso sulla composizione della particolare mina di una matita copiativa.
Come detto in precedenza, la mina è composta, oltre che da grafite, anche da colori solubili (generalmente basici) impastati di polveri sottilissime di talco e argilla, con gomme e altre sostanze.
Per ottenere una mina del genere, si deve preparare una pasta con grafite, argilla levigata, una soluzione di gomma arabica e violetto di metile. Tale pasta deve poi essere raffinata e quando diventa semisecca, viene foggiata al torchio, in cilindretti usualmente di 3 o 4 mm di diametro.
I quantitativi dei singoli ingredienti e del colorante devono essere calcolati in modo che le matite diano una scrittura chiara, ben copiante, pur avendo una durezza sufficiente.
Colori adatti adatti all’impasto, oltre al violetto di metile, sono:
- violetto cristallino;
- fucsina;
- rodamina;
- safranina;
- crisoidina;
- auramina;
- verde malachite;
- blu di metilene;
- bruno bismark.
Il nero, ad esempio, è una miscela di bruno bismark, ocrisoidine,verde cristallino e violetto metile perchè non vi sono neri basici sufficientemete solubili.
Quindi dalla ricetta “originale” emergono poche tracce di grafite (la parte cancellabile ) e l’importante presenza di coloranti azoici basici, che hanno come gruppo cromoforo (responsabile del colore) –N=N–. e come auxocromi ( cioè il gruppo che legherà la molecola al substrato da colorare, la carta, e in genere responsabile della solubilità) gruppi amminici.
In alternativa contengono coloranti del trifenil metano, caratterizzati dalla presenza nella loro molecola di tre gruppi aromatici uniti allo stesso atomo di carbonio.
Il verde basico (verde malachite) non viene però più utilizzato, essendo risultato cancerogeno.
In molti, però, si chiedono il motivo per il quale si continua a votare con le matite: “Non sarebbe più comodo votare utilizzando una biro?”
La risposta è NO.
Per esprimere il proprio voto è più idonea la matita della penna a sfera perché, quest’ultima, lascia una traccia che può essere visibile sul lato opposto della scheda, con possibili conseguenze negative sulla garanzia del diritto alla segretezza del voto.
La penna, inoltre, ha più possibilità di non funzionare correttamente o di rompersi, con il conseguente rischio di macchiare le schede, invalidandone il voto, mentre la matita può agevolmente essere temperata e, oltretutto, non lascia alcuna traccia sul retro della scheda, infatti se l’elettore dovesse sovrapporre delle schede, nell’esprimere una preferenza su più schede elettorali, la matita copiativa non lascerebbe segni su quelle sottostanti.
Infine, se il tratto lasciato dall’elettore è poco marcato, oppure è apposto su un simbolo scuro, è comunque visibile in controluce il segno della matita copiativa grazie ai suoi riflessi violacei, senza il quale la scheda sembrerebbe bianca.