Il collirio per il trattamento della cheratite neurotrofica moderata o grave è ora realtà: l’Unione Europea si è espressa in materia dicendo definitivamente si alla commercializzazione di Oxervate, il farmaco derivato dalla ricerca che valse il Nobel a Rita Levi Montalcini nel 1986.
Il Comitato per i Farmaci ad Uso Umano (meglio noto come “Chmp”, Committee for human medical products) ha dato il via libera alla Dompé, l’azienda biofarmaceutica milanese, per l’immissione in commercio di Oxervate (cenegermin gocce oculari), il collirio per curare la particolare patologia della cornea, sopra citata, nei pazienti adulti: la cheratite neurotrofica moderata o grave, è una patologia oculare piuttosto rara e molto debilitante che può portare, nel peggiore dei casi, alla perdita della vista e per la quale fino ad oggi non esisteva alcun tipo di trattamento soddisfacente.
IL PRIMO FARMACO PER LA CHERATITE
La mancanza di terapie efficaci e i relativi rischi legati alla patologia hanno spinto il Chmp ad una valutazione rapida durata 8 mesi (dal novembre 2016 al luglio 2017). Oxervate è ufficialmente il primo farmaco orfano biotecnologico autorizzato al mondo per questa patologia. Cosa significa? Che la necessità di trovare una cura ad una malattia tanto rara ha la priorità sull’interesse delle aziende farmaceutiche e la rapida produzione impedisce a quest’ultime di realizzare ricavi per il recupero dei costi di sviluppo (alla faccia dei complottisti!)
LA SCOPERTA DELLA MONTALCINI
L’ingrediente attivo del prodotto è il Cenegermin, la versione ricombinante del Nerve growth factor (Ngf), presente nell’uomo e scoperto da Rita Levi Montalcini, grazie al quale ricevette il prestigioso riconoscimento dall’Accademia di Stoccolma nel 1986.
COS’È NGF?
Si tratta di una proteina prodotta naturalmente dal corpo umano ed è responsabile dello sviluppo, del mantenimento e della sopravvivenza delle cellule nervose. Somministrato dunque in gocce oculari ai pazienti con cheratite neurotrofica può ripristinare i normali processi di guarigione dell’occhio e riparare il danno della cornea.
LA NASCITA DEL FARMACO
Il potenziale di Ngf nel campo oftalmico era già stato ipotizzato e poi identificato dai gruppi di ricerca dei professori Bonini e Lambiase del Campus Bio-Medico di Roma e del dottor Rama del San Raffaele di Milano; la ricerca è passata poi in mano ai ricercatori di Anabasis, azienda di ricerca italiana confluita poi nel Gruppo Dompé, che ne ha sviluppato una formulazione oftalmica della proteina.
Di seguito l’azienda ha sviluppato il processo idoneo alla produzione su scala industriale di Ngf umano servendosi dell’impianto biotecnologico dell’Aquila, autorizzato a produrre attraverso la tecnologia del DNA ricombinante; il collirio viene dunque ottenuto per mezzo di batteri in cui viene introdotto un gene che consente loro di produrre il fattore di crescita nervoso umano.
LAST STEP
All’azienda non resta altro che concludere le trattative per definire il costo del farmaco e la sua rimborsabilità nei singoli Paesi negoziando il tutto con ciascun stato membro dell’UE.