Medicina

Melanoma: più vicini ad un farmaco efficace

Dal Penn State Cancer Institute arrivano buone notizie riguardo un nuovo farmaco, molto promettente per la cura del melanoma, la forma di tumore della pelle in assoluto più aggressiva e che causa il maggior numero di decessi. Nonostante il suo tasso di mortalità (si stima un decesso ogni ora solo in America), la frequenza non è bassa. Solo in Italia si parla di 3150 nuovi casi ogni anno per gli uomini, e 2850 per le donne (dati AIRC Italia).

Il melanoma è una degenerazione tumorale dei melanociti, quelle cellule della pelle deputate alla produzione di melanina, il pigmento che protegge dagli effetti dannosi dei raggi solari. Rappresenta il 5% dei tumori della pelle ma è certamente il più pericoloso.

PH: salute.pourfemme

IL NUOVO STUDIO

Pubblicato sul European Journal of Medicinal Chemistry il 28 Luglio del 2017, a cura dei Dtt.ri Arun K. Sharma e Shantu Amin e del loro team di ricercatori del Penn State Cancer Institute, il nuovo studio propone una nuova sostanza capace di colpire elettivamente le cellule tumorali del melanoma, lasciando intatte le cellule sane nelle vicinanze.
Ad oggi i pazienti affetti da melanoma vengono sottoposti a trattamenti non molto ben tollerati dell’organismo (termozolomide e dacarbazina, agenti alchilanti) o che portano il tumore ad assumere resistenza ai farmaci nel giro di pochi mesi (PLX-4032). I ricercatori sostengono di aver trovato un nuovo prodotto capace di evitare queste problematiche.

“We took isoselenocyanate moiety (fragments) from an earlier drug design we had worked on and then combined it with napthalamide moiety of mitonafide, a topo IIα inhibitor.” (Prof. Sharma)

Il composto identificato è chiamato NISC-6 (napthalamide-isoselenocyanate). Deriva dalla combinazione, in quantità accuratamente definite, di composti identificati precedentemente dal team. La porzione di isoselenecianato deriva dall’ isotiocianato, una molecola presente in molti ortaggi come i pomodori, broccoli, ecc. La seconda porzione del composto, invece, deriva da una molecola che ha una azione di inibizione dell’alfa topoisomerasi II ed è chiamata mitonafide.
L’utilizzo di mitonafide si è rivelato essere troppo tossico anche per le cellule sane, così i ricercatori hanno cercato di sintetizzare il nuovo farmaco, NISC-6.

I RISULTATI

NISC-6 ha avuto notevoli successi sul campo. In modelli animali ha infatti permesso di ridurre notevolmente la tossicità della mitonafide nonché di portare a morte il 69% delle cellule tumorali lasciando perfettamente intatte quelle sane. La sua attività anticancerogena deriva dalla sua capacità, derivata dalla mitonafide, di bloccare i pathway della toposoisomerasi II, enzima implicato nella replicazione del DNA, e dell’AKT1, proteina appartenente alla famiglia delle serina/treonina chinasi.
Inoltre una caratteristica del composto identificato da Sharma e colleghi è che non si limita ad attaccare le cellule con una mutazione nel gene BRAF ma colpisce anche le cellule wild type per questo gene. Ciò dovrebbe impedire al tumore di sviluppare resistenze.

“We also think, with this compound and this type of approach, if it goes further, we should be able to delay, or overcome resistance because it not only targets BRAF mutant melanoma cells, but also BRAF wild type melanoma cells.” (Prof. Sharma)

CONCLUSIONI

Per come è strutturato NISC-6, per le proprietà implicite in questa molecola e per gli studi a supporto delle capacità del farmaco, non si può escludere che questo possa essere modificato in un breve futuro per essere efficace anche contro altri tipi di cellule tumorali provenienti dai più disparati carcinomi. La lotta contro il cancro è uno dei fronti più caldi della ricerca medica mondiale, data la assoluta necessità di implementare il nostro armamentario per combattere una patologia in continua espansione. NISC-6 potrebbe essere un valido alleato in questa guerra, in attesa della vittoria definitiva.

Published by
Antonio Innocenzi