YuMi, quando il direttore d’orchestra è… un robot!
Per la prima volta nella storia un robot ha diretto un’orchestra. No, non ci siamo bevuti il cervello e non si tratta di una fake news: ad accompagnare Andrea Bocelli, che con la sua voce fenomenale ha incantato il teatro Verdi di Pisa, c’era YuMi
Il 12 settembre 2017, per la prima volta nella storia un robot ha diretto un’orchestra. No, non ci siamo bevuti il cervello e non si tratta di una fake news: ad accompagnare Andrea Bocelli, che con la sua voce fenomenale ha incantato il teatro Verdi di Pisa, c’era YuMi. Nella grande serata “A Breath of Hope”, la prima del Festival internazionale della Robotica, il prototipo a due bracci ha esordito volteggiando la bacchetta con maestria.
Progettata dall’azienda svizzera ABB, la macchina ha diretto il concerto di beneficenza che ha chiuso la prima edizione del Festival, a cui hanno partecipato Andrea Bocelli, la soprano Maria Luigia Borsi e l’orchestra Filarmonica di Lucca.
è stato il maestro Andrea Colombini a impartire i movimenti necessari a YuMi, robot collaborativo in grado di lavorare a stretto contatto con addetti umani in totale sicurezza.
– spiegano in una nota gli organizzatori della kermesse.
A BREATH OF HOPE
“La Donna è Mobile”, la famosa aria del “Rigoletto” di Verdi, “O mio babbino caro”, “Gianni Schicchi” di Puccini, la “Cavalleria Rusticana” di Mascagni, sono solo alcune delle note opere dirette dal cyborg, la cui responsabilità è del M°Andrea Colombini, direttore dell’Orchestra Filarmonica di Lucca, che gli ha “insegnato” le movenze.
Sin dal primo istante, la sofisticata tecnologia di YuMi mi ha entusiasmato e ha rivelato molti modi possibili di fare arte e musica attraverso il robot. Effettivamente, impostare l’interazione tra gomito, avambraccio e polso del robot, avvalendosi della sua versatilità nei tentativi ripetuti e impegnativi di scomporre il battere e levare, è stato un successo
– ha commentato il M°Colombini prima della serata.
ALTE PRESTAZIONI
Sono state necessarie due fasi per “addestrare” il robot: la prima, consistente in un processo chiamato “lead-through programming”, ha permesso di memorizzare i movimenti del maestro; i due bracci robotici sono stati guidati in modo da seguire i movimenti con grande attenzione ai dettagli. La seconda fase è quella che prevede il perfezionamento dei movimenti grazie al software RobotStudio realizzato dalla stessa azienda di YuMi, così da garantire una sincronizzazione tra i movimenti e la musica.
Non è la prima volta che un robot sostituisce un umano in un lavoro storico e consolidato ma, questa volta, la sostituzione sta destando varie polemiche tra favorevoli e contrari a tale innovazione.
La musica è voce dell’anima e l’anima è privilegio dell’uomo. Tra mezzo secolo, chissà, ci saranno magari anche dei concerti con un palco completamente robotizzato o diretto da un robot, almeno per le prove. Ma, dietro ai robot, alla sensibilità che sapranno mettere in campo, all’agogica musicale che esprimeranno, ci sarà sempre la paternità di un essere umano, magari uno di quegli individui eccezionali che hanno fatto la storia della musica
– commenta così Andrea Bocelli.