Spazio

Addio Cassini, l’ultimo giorno della storica missione

Vent’anni di esplorazione spaziale, 600 gigabyte di dati scientifici raccolti per oltre 450mila fotografie. L’ultimo segnale alle 13:55 (ora italiana) prima di disintegrasi “tuffandosi” verso il “signore degli anelli”.

Fotografie spettacolari a parte, a lei si devono fantastiche scoperte e risultati notevoli come: l’atmosfera su Encelado (scoperta il 17 marzo 2005), le misurazioni simultanee dell’aurora sul lato notturno di Saturno insieme a quelle del campo magnetico e delle particelle cariche presenti (ottenute dalla dott.ssa Emma Bunce e dal suo team il 27 marzo 2012) e la scoperta di propilene nella bassa atmosfera di Titano (il 2 ottobre 2013).

VENT’ANNI DI ONORATA CARRIERA

Non sarebbe sufficiente una rivista intera per raccontare l’importanza dei risultati scientifici ottenuti da una missione come questa; lanciata il 15 ottobre 1997, con il compito di studiare Saturno e le sue lune, la sonda si compone di due elementi: l’orbiter Cassini della NASA (dedicato all’astronomo italiano Gian Domenico Cassini) e il lander Huyges dell’ESA (in memoria di Christiaan Huygens, scopritore di Titano).

Nel 2004 divenne la prima sonda a entrare in orbita intorno a Saturno; spedizione costata in vent’anni 3,9 miliardi di dollari, cifra irrisoria se si pensa che, oggi, il bilancio della missione, in termini di scoperte scientifiche, è più che eccellente: scoperte sul campo magnetico, identificate sei nuove lune, svelate dettagliatamente e minuziosamente le origini degli anelli di ghiaccio e, soprattutto, gli oceani d’acqua su Encelado e i vasti mari di metano liquido su Titano: situazioni con potenziali condizioni di vita da indagare in futuro. [GUARDA LE ULTIME FOTO INVIATE DA CASSINI]:

Una delle ultime foto degli anelli di Saturno, credits: NASA
Una delle ultime foto degli anelli di Saturno, credits: NASA
Ultimo scatto di Titano, credits: NASA
Saturno, credits: NASA

Condizioni che hanno rivestito un ruolo determinate negli uffici della NASA, portando i vertici dell’agenzia spaziale americana ad optare, terminata la missione, per la disintegrazione della sonda tra le nubi di Saturno così da evitare la probabile ed accidentale caduta in quelli ambienti con conseguente contaminazione delle zone interessate.

DESIGN CHE HA ISPIRATO PELLICOLE

Cassini è nota e apprezzata anche per il suo design, molto innovativo per l’epoca; diverse copie in restyling della sonda sono state protagoniste in molte pellicole cinematografiche. Alta 7 metri e larga 4, al momento del decollo la sonda pesava 6 tonnellate (orbiter, lander e propellente compreso). L’orbiter è dotato di un’antenna parabolica larga poco meno di 4 metri, un’asta-magnetometro lunga 13 metri, 22.000 connessioni elettriche, 12 chilometri di cavi elettrici, 82 unità di riscaldamento a radioisotopi, 16 motori di assetto “thrusters” a idrazina; la maggior parte dei sistemi è “ridondata”, cioè “affiancata” da un sistema di riserva al fine di minimizzare le probabilità di guasti: scelta saggia dato il viaggio dalla distanza notevole e l’impossibilità di riparare la sonda.

Cassini Spacecraft, credits: saturn.jpl.nasa.gov

L’ULTIMA PIÙ GRANDE MISSIONE NASA

Grandi dimensioni, grande abbondanza di apparecchiature e strumenti, lungo tempo di sviluppo e costo elevatissimo: il budget sale da 3,9 a 5 miliardi di dollari se si considerano le operazioni svolte a Terra durante la vita della sonda. L’ultima grande missione NASA poiché, dopo di essa, l’agenzia spaziale americana adottò la filosofia del “faster, better and cheaper” (più veloce, migliore, più economico). Nel 2007 il primo grande record: la sonda si trovava a più di un miliardo di chilometri dalla Terra e i suoi segnali radio, pur viaggiando alla velocità della luce (299792,458 km/s) impiegano circa 60 minuti per raggiungere il nostro pianeta.

Una fase dell'assemblaggio di Cassini. Credits: NASA
Pensata su misura d'uomo.. Credits: NASA

IL GRAN FINALE

L’immagine in evidenza, realizzata dalla NASA, illustra la “discesa” dell’orbiter verso l’atmosfera di Saturno, con l’antenna rivolta al cielo così da ricevere ed inviare gli ultimi segnali. Alle 13:55 (ora italiana) l’ultimo segnale prima di precipitare a 113.000 km/h nelle nubi del gigante gassoso, diventato di fatto una “stella cadente artificiale”.

Timeline of last flyby, credits: saturn.jpl.nasa.gov

Quando riceveremmo quel segnale però, circa 83 minuti dopo l’invio, sarà tutto già finito e di questa straordinaria missione non ci resterà che un solo, grande, affascinante e nostalgico ricordo.. grazie di tutto Cassini.

Published by
Antonio Piazzolla