I quotidiani di oggi, i programmi televisivi, la rete, sono sempre più pieni di pagine di cronaca nera. Omicidi, suicidi, stupri. In molti di questi casi per risalire all’autore del misfatto, laddove manchino testimoni oculari, si ricorre alla perizia medica e a tutte quelle analisi biomediche in grado di fornire qualsiasi pista utile. Ecco, dunque, che la medicina entra nel campo della legge con lo scopo di portare alla luce la verità in molti crimini. Ecco che entra in gioco la medicina legale.
Numerosissime sono le serie tv e i programmi che hanno fatto conoscere ad un vasto pubblico, seppur in forma estremizzata e romanzata, le armi che la polizia scientifica e i medici legali hanno a disposizione. Ma realmente le cose stanno proprio così?
Se chiaramente quello che si vede nei telefilm è qualcosa di più di ciò che accade realmente, la verità non è poi così lontana. La medicina legale ha compiuto dei passi avanti da gigante nel corso del tempo. Il suo sviluppo è andato di pari passo con l’aumento delle conoscenze in ambito medico.
Le prime vere autopsie, eseguite a scopo di studio, risalgono al 1500, a quando Andrea Vesalio, all’Università di Lovanio, iniziò a domandarsi se ciò che veniva tramandato fin dai tempi di Galeno corrispondesse a verità.
Da qual momento in poi lo studio dell’anatomia e del corpo umano cambiò completamente volto. Si iniziò a capire come dissezionare un cadavere, a comprendere come esso funzionasse.
Arrivò il 1663, anno in cui fu dimostrato che un polmone, in condizioni normali, galleggia nell’acqua, al contrario di uno che si è riempito di acqua o che non ha mai respirato. Si intuì che per sapere se una persona fosse morta per annegamento o per qualche altra ragione, si poteva testare la capacità dei polmoni di galleggiare in acqua.
Circa 150 anni dopo, nel 1813, si riuscì ad individuare la traccia che i veleni lasciavano nel corpo e circa venti anni più tardi si individuarono i segni dell’avvelenamento da Arsenico, pur essendo questo inodore e insapore.
Alla fine del ‘800 si ebbe una scoperta destinata a cambiare il corso della storia della medicina legale: vennero scoperte le impronte digitali e si vide come queste fossero uniche in ogni individuo. Trovare un’impronta di questo genere in una scena del crimine rappresenta perciò una prova inconfutabile della presenza di un preciso individuo.
Con la diffusione delle armi da fuoco si iniziò ad affiancare alla medicina la balistica. Lo scopo era, ed è tutt’oggi, quello di capire da dove e da quale arma provenisse una pallottola rinvenuta in un corpo o in una scena del crimine.
Giungiamo così alla fine del ventesimo secolo, quando fece il suo ingresso sulla scena una vera rivoluzione. La possibilità di analizzare il DNA. Da questo momento in poi le analisi della scena del crimine volsero verso al ricerca di prove inconfutabili quali DNA ed impronte, arrivando al punto di cercare metodi sempre migliori per la raccolta e l’analisi di questi elementi.
Le conoscenze riguardo il corpo umano oggi sono diventate davvero molto approfondite. Un medico legale ha a disposizione, infatti, un bagaglio culturale e delle tecnologie che già trent’anni fa sarebbero sembrate fantascientifiche. Pensiamo solo alla strumentazione. Oggi un cadavere può essere esaminato sia direttamente dall’anatomopatologo sia mediante strumentazioni. Raggi X, TAC fino ad arrivare addirittura a delle scansioni così definite da consentire una dissezione virtuale del corpo, alla ricerca della minima traccia.
Un esperto medico legale è in grado di diagnosticare la causa, il giorno e, in alcuni casi, l’ora del decesso di una persona, così da indirizzare gli inquirenti verso una o un’altra strada. È possibile sapere se il decesso sia attribuibile a particolari sostanze come alcune droghe, che, se trovate in quantità superiori alla dose sopportabile dall’organismo, rappresentano una prova abbastanza chiara dell’accaduto.
Spesso i casi sottoposti al medico legale sono particolarmente complessi. Non di rado si è costretti ad andare alla ricerca delle più piccole tracce sul corpo. La perizia medica è divenuta così importante da aver acquisito il valore di prova inconfutabile tanto per l’accusa quanto per la difesa.
Così come in molti altri settori, si veda la telefonia o la computer grafica, anche nella medicina forense le tecnologie a disposizione si stanno avvicinando a quello che fino a pochi anni fa era utilizzato solo nei film. Ed è proprio il caso di dirlo: alcune tecniche sembrano, ai non addetti ai lavori, cose da Hollywood.
Basta fare un cenno a ciò che i laboratori più all’avanguardia mettono a disposizione di scienziati ed inquirenti. Sebbene lo studio delle tracce di DNA cellulare e DNA mitocondriale sia una delle metodiche più usate, negli ultimi anni si stanno facendo largo altre possibilità.
La tecnica denominata LABRADOR è una di queste. La parola è in realtà un acronimo. Light-weight Analyzer for Buried Remains and Decomposition Odor Recognition è il suo significato, e rappresenta uno strumento quasi surreale. È in grado di captare qualsiasi anomalia negli odori prodotti dal corpo. Rappresenta una versione meccanica dei cani da ricerca, ma molto più raffinata. Infatti è in grado di captare, grazie a dodici sensori, degli odori che un cane non sarebbe mai in grado di percepire. Inoltre risulta molto utile per capire se un corpo sia stato sottoposto ad alcuni agenti chimici particolari.
Per quel che riguarda l’analisi del DNA, si cerca continuamente di estrarre un numero maggiore di informazioni da un campione. È quello che hanno tentato di fare i ricercatori della Sam Houston State University (SHSU) sviluppando quella che viene chiamata Massively Parallel Sequencing (MPS), una metodologia di estrazione del DNA che permette ai medici legali di ottenere informazioni più approfondite rispetto al passato.
Per quel che riguarda lo studio delle impronte digitali, oggi si è arrivati a poter sapere, mediante particolari accorgimenti, le abitudini e lo stile di vita di chi le ha lasciate, in modo da restringere notevolmente il cerchio di persone da rintracciare. Le impronte digitali possono dare molte più informazioni di quando si possa credere!
Alla Washington State University già da diversi anni si sta lavorando ad un modello matematico che permette, a partire dalla traccia di sangue presente sulla scena del crimine, di ricostruire esattamente come essa sia stata prodotta, oltre che da cosa sia stata prodotta. Unita alla computer grafica in 3D questa tecnica sta consentendo delle ricostruzioni eccezionali di come il corpo debba essere stato colpito per produrre una data chiazza di sangue.
Sempre restando in tema di computer grafica, un nuovo sistema di acquisizione delle immagini sta prendendo piede. Return to Scene (R2S) è un software che permette di acquisire fotogrammi a 360gradi e in altissima definizione di tutta la scena del crimine. Progettato inizialmente per aiutare gli ingegneri in progetti molto complessi, si è rivelato molto utile anche nel mondo della medicina legale poiché permette di fissare la scena e di catturare anche i dettagli più minuti, analizzabili con calma al computer. La cosa interessante di questo sistema è che permette all’operatore di muoversi all’interno della scena in modo virtuale. Un po’ quello che succede con Google Maps Street View ma con una definizione immensamente maggiore.
La ricostruzione 3D delle scene del crimine sta procedendo a passi da gigante. Se già R2S non fosse sufficiente a entrare virtualmente nella scena, all’Istituto di Medicina Forense di Zurigo, Svizzera, si sta tentando l’approccio alla realtà aumentata con Oculus Rift virtual reality. Un sistema molto simile al gearVR in uso con i più moderni smartphone. A questo si affianca un software molto simile a quello studiato a Washington, che permette di ricostruire la traiettoria della pallottola in modo quasi olografico e perfettamente tridimensionale.
Queste sono solo alcune metodiche che indicano come si stia evolvendo la medicina forense e di come questa si stia sempre più relazionando alle più diverse branche. Medicina, Informatica, Matematica, Ingegneria, stanno sempre più lavorando fianco a fianco per fornire delle alternative eccezionali per portare a galla le verità più nascoste.
Sta diventando persino difficile parlare semplicemente di Medicina legale poiché questa definizione comprende tutta una serie di settori parimenti importanti. Si pensi alla Ematologia Forense, responsabile di tutte quelle analisi così approfondite che si vedono anche nei telefilm, o alla Genetica Forense, in grado di confermare o scagionare un sospettato andando alla ricerca della più piccola traccia di DNA, mitocondriale e non.
Anche la figura stessa del medico legale sta pian piano cambiando volto. Non si tratta più di semplici medici responsabili dell’esecuzione di autopsie. Ci si sta volgendo verso figure polivalenti, in grado di sfruttare al 100% le possibilità offerte dalle nuove tecnologie. Vere e proprie squadre di ricercatori, medici ed ingegneri, al servizio di un’unica causa.
È affascinante riflettere su come il progresso scientifico sia costantemente volto al futuro e come questo fornisca sempre nuove tecniche per le più disparate branche. Cosa ci riserverà il futuro per quanto riguarda la Scienza Forense? Basterà attendere per saperlo!