Dall’inizio dell’esplorazione spaziale a oggi, sono più di 2000 i pianeti extrasolari individuati. A chiamare la nostra attenzione, però, sono i pianeti “simili” alla Terra, ubicati nelle zone abitabili delle stelle attorno alle quali orbitano. Nell’estate del 2016 era stato scoperto l’esopianeta più vicino a noi, Proxima b, che orbita intorno a Proxima Centauri, la stella che dista appena 4,2 anni luce dal Sistema Solare. Nei giorni scorsi è stata annunciata la scoperta del secondo esopianeta più vicino alla Terra, che orbita intorno alla nana rossa Ross 128, e che potrebbe essere molto più interessante rispetto a quello che detiene il primato di vicinanza.
Ross 128 b è stato scoperto grazie all’High Accuracy Radial velocity Planet Searcher (HARPS), uno spettrografo di tipo Echelle di grande precisione che si trova sul telescopio di 3,6 metri di diametro dell’European Southern Observatory (ESO), all’Osservatorio di La Silla, in Cile. L’HARPS è utilizzato fondamentalmente per la ricerca di pianeti extrasolari e si basa sul principio della variazione della velocità radiale di una stella soggetta a forze gravitazionali di corpi ruotanti attorno a essa.
Come avviene la valutazione dell’abitabilità di un esopianeta? A tale scopo si usa l’Indice di Similarità Terrestre (Earth Similarity Index, ESI) che si basa su parametri come raggio, densità, temperatura e velocità di fuga (ossia la velocità minima necessaria ad allontanarsi dalla superficie) del pianeta in questione. È una scala che va da 0 a 1, dove 1 è il valore della Terra. A Ross 128 b è stato assegnato il valore 0.86, perciò può essere considerato “terrestre”.
Ross 128 b compie un’orbita intorno alla sua stella in soli 9.9 giorni e la distanza che lo separa da essa è appena un ventesimo di quella tra la Terra e il Sole. Essendo la nana rossa 280 volte più debole e con una temperatura superficiale quasi la metà del Sole, il pianeta riceve appena 1.38 volte le radiazioni che la Terra riceve dalla nostra stella.
L’esopianeta possiede 1.35 masse terrestri (ciò indica un mondo sicuramente roccioso) e le prime stime indicano una temperatura compresa tra i -60° C e i +20°C. Per quanto riguarda la possibile presenza di acqua liquida, si pensa che Ross 128 b si trovi al limite della fascia abitabile della sua stella.
Situata nella costellazione della Vergine, Ross 128 è una nana rossa, come Proxima Centauri, solo che a differenza di quest’ultima, è inattiva: qui risiede l’importanza della scoperta.
Le nane rosse, le più comuni nell’universo, sono stelle molto fredde e deboli, caratterizzate da violentissimi brillamento. Questo fa sì che i pianeti prossimi a esse siamo costantemente bombardati da radiazioni ultraviolette e raggi X, fatto che impossibiliterebbe completamente la presenza d’acqua allo stato liquido e di conseguenza la classificazione “terrestri” di essi.
Nonostante il primato di Proxima Centauri b non possa essere battuto in quanto si trova nel sistema planetario più vicino al nostro, Ross 128 si sta muovendo verso di noi e tra circa 79 000 anni potrebbe diventare l’esopianeta “terrestre” più vicino al Sistema Solare.
Nuovi dettagli sull’entità e la composizione atmosferica potranno essere ottenuti grazie alla nuova generazione di telescopi extra grandi, come lo ELT europeo. Quindi dovremo aspettare almeno fino al 2024 quando il telescopio diventerà operativo.