Spazio

Kepler-90 ha un nuovo pianeta: scoperta annunciata dalla NASA

La NASA ha tenuto poco fa una teleconferenza stampa per annunciare l’ultima scoperta fatta dal telescopio spaziale Kepler. Il ritrovamento è stato fatto grazie a uno sforzo congiunto tra NASA e Google, nel quale i ricercatori hanno utilizzato l’apprendimento automatico: un approccio all’intelligenza artificiale che dimostra nuovi modi di analizzare i dati di Kepler.

L’AI di Google è quindi arrivata dove i metodi di calcoli precedenti hanno fallito: è stato individuato un ottavo pianeta nel sistema Kepler-90, denominato Kepler-90i. L’importanza di questa scoperta risiede nel fatto che siamo di fronte al primo sistema planetario con tanti pianeti quanto il nostro sistema solare, mai trovato nello spazio profondo. Il nuovo pianeta è di tipo roccioso e orbita attorno alla sua stella con un periodo di 14 giorni.

Confronto tra il Sistema Solare e il sistema planetario Kepler-90. Credits: NASA

“Per la prima volta, da quando i pianeti del sistema solare sono stati scoperti migliaia di anni fa, sappiamo per certo che il nostro sistema solare non è l’unico detentore del record per il maggior numero di pianeti”, ha annunciato l’astronomo Andrew Vanderburg.

Cosa ha di speciale il sistema planetario Kepler-90?

Kepler-90 (o KOI-351) è una nana gialla simile al Sole, situata nella costellazione del Dragone, a 2500 anni luce circa dal nostro sistema, intorno alla quale è stato individuato, nel 2013, un sistema planetario (dopo la scoperta di oggi, composto da otto pianeti), molto simile al nostro. I pianeti più interni sono fondamentalmente di tipo roccioso mentre quelli esterni sono solo dei giganti gassosi.

A sinistra, le orbite dei pianeti di Kepler-90; a destra, quelle di Mercurio, Venere e Terra. Credits: NASA

I pianeti di questo sistema sono molto vicini alla propria stella. Nell’immagine mostrata durante la diretta, possiamo vedere come essi orbitano intorno a Kepler-90 in una distanza compressa tra quella che separa la Terra dal Sole; infatti, Kepler-h, il pianeta più esterno, è lontano 1,01 UA, più o meno la distanza che ci separa dalla nostra stella. Solo questo pianeta è, quindi, nella zona abitabile, dove potrebbe esserci acqua allo stato liquido in una delle sue lune.

L’intelligenza artificiale di Google

Google ha utilizzato l’apprendimento automatico per analizzare i dati preesistenti di Kepler:

“L’apprendimento automatico brilla davvero in situazioni in cui ci sono così tanti dati che gli esseri umani non possono cercare da soli”, ha affermato l’ingegnere del software Google Christopher Shallue.

I ricercatori Christopher Shallue e Andrew Vanderburg hanno addestrato un computer per imparare a identificare gli esopianeti precedentemente registrati dal telescopio. Per ottenere questi risultati, hanno utilizzato il metodo di rilevazione della luminosità: il minuscolo cambiamento catturato quando un pianeta passa di fronte o transita una stella.

Infografica che mostra il processo di apprendimento automatico effettuato dagli ingegneri di Google. Credits: NASA

Ispirato dal modo in cui i neuroni si collegano nel cervello umano, questa rete neurale artificiale ha setacciato più di quattro anni, che comprendono 35 mila possibili segnali, di dati di Kepler, e ha trovato dei deboli segnali di transito proveniente da un ottavo pianeta precedentemente mancato in orbita attorno a Kepler-90.

È stato individuato anche Kepler-80g:

Kepler-90i, però, non è l’unico sensazionale ritrovamento di questa rete neurale. Nel sistema Kepler-80, ha individuato un sesto pianeta, il Kepler-80g di dimensioni terrestri. Quattro dei pianeti intorno a Kepler-80, vicini a Kepler-80g, formano quella che viene chiamata una catena di risonanza: i pianeti sono bloccati dalla loro reciproca gravità in una danza orbitale ritmata. Il risultato è un sistema estremamente stabile, simile ai sette pianeti nel sistema TRAPPIST-1.

Il telescopio spaziale Kepler

La missione Kepler è una missione spaziale della NASA, parte del programma Discovery, il cui scopo è la ricerca e conferma di pianeti simili alla Terra in orbita attorno a stelle diverse dal Sole, tramite l’utilizzo del telescopio spaziale Kepler, che ha permesso agli scienziati di rivelare pianeti orbitanti a tantissime stelle in tutto l’universo.

Missione Kepler. Credits: NASA

Kepler ha prodotto un set di dati senza precedenti per la caccia ai pianeti extrasolari. Dopo aver osservato una zona di spazio per quattro anni, la navicella ora sta operando in una missione estesa e cambia il suo campo di vista ogni 80 giorni.

Published by
Heidi Garcia