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Spegnere i mitocondri per contrastare il cancro

Cancro, possibili nuove strategie per affamare le cellule tumorali

La lotta contro il cancro prosegue ogni giorno senza sosta. La grande novità, pubblicata ieri 3 Gennaio 2018 su Nature, indica come i tumori riescano a produrre tutta quell’energia che serve loro per crescere. Una svolta significativa, questa, poiché apre alla produzione di nuovi farmaci e a nuovi trattamenti terapeutici mirati alla riduzione delle energie delle cellule tumorali. In questa direzione stanno già andando diverse sperimentazioni in Francia e, in futuro, potrebbero partirne anche in Italia.

I principali firmatari dello studio sono due Italiani fuggiti all’estero, Antonio Iavarone e Anna Lasorella, ora in impiegati presso la Columbia University, in collaborazione con un team di ricercatori che vede tra le proprie fila ben cinque italiani su venti, tutti operanti negli Stati Uniti.

La pubblicazione su Nature

Lo studio ha dimostrato come una specifica mutazione genica che porta alla fusione di due oncogeni sia responsabile dell’eccessiva proliferazione delle cellule tumorali. Queste infatti sarebbero in grado di moltiplicarsi così rapidamente grazie ad un aumento eccezionale del numero e della funzionalità dei propri mitocondri.

Il cancro e il boost mitocondriale
Ph: medicinaonline

La mutazione riguarda la fusione di due oncogeni, FGFR3 e TACC3 (F3-T3). Già in passato, nel 2012, gli stessi ricercatori hanno dimostrato, con una pubblicazione su Science, l’importanza di questa mutazione nel glioblastoma, uno dei tumori cerebrali più aggressivi e letali. All’epoca fu evidenziato come nel 3% di questi tumori fosse possibile ritrovare questa specifica mutazione. Gli studi successivi hanno portato evidenze che questo oncogene sia ben più importante di quanto ritenuto all’inizio. Non solo il glioblastoma ma moltissimi tipi di tumore, infatti, sembrano basare la propria sopravvivenza su questo meccanismo.

Il meccanismo molecolare scatenato da F3-T3

La mutazione di fusione di FGFR3 e TACC3 porta alla formazione di un potente oncogene in grado di attivare la fosforilazione ossidativa e la biogenesi dei mitocondri. Come intermedio nella via di attivazione del metabolismo mitocondriale troviamo la fosforilazione di un fosfopeptide, PIN4. L’asse F3-T3-PIN4 innesca una intensa biogenesi dei perossisomi, organelli cellulari deputati tra le altre cose al catabolismo degli acidi grassi dai quali producono acetil-CoA, intermedio dei meccanismi di produzione energetica della cellula. Questa situazione porta ad un accumulo di sostanze ossidanti all’interno della cellula che a propria volta agisce su PGC1 alfa, un co-attivatore dei geni della respirazione cellulare. Il tutto quindi risulta mirato ad aumentare le capacità metaboliche della cellula che ottiene così un quantitativo di energia sufficiente per l’enorme crescita tipica delle cellule cancerose.

Quindi sarà possibile curare il cancro?

È presto per poter dire che sarà possibile curare il cancro minando questo sistema anche se chiaramente potrà essere una base terapeutica importante. Proprio in questa direzione si stanno muovendo importanti centri di ricerca in Francia, come l’Ospedale Pitié Salpetrière, dove le sperimentazioni sono coordinate dal Dr. Marc Sanson.

Iavarone sarebbe intenzionato a riportare in Italia parte della sua ricerca, essendo in contatto con ricercatori dell’Istituto neurologico Carlo Besta di Milano, che per problemi burocratici fino ad ora non ha potuto partecipare alla ricerca. La speranza è sicuramente quella di poter contribuire a questa lotta anche direttamente dal nostro Paese, senza costringere i nostri talenti ad andare all’estero per mostrare il proprio valore.