Spazio

Un frammento di meteorite tornerà su Marte, ecco perché

Un frammento del meteorite Sayh al Uhaymir 008, di provenienza marziana, verrà impiegato come campione di riferimento per uno strumento laser, a bordo del rover Mars 2020, che cerca tracce biologiche.

Il successore di Curiosity, il cui finanziamento è stato confermato dai vertici governativi, sta per essere messo a punto dagli ingegneri del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, in California (Usa); il lancio, come suggerisce il nome (Mars 2020), è previsto tra due anni. Il nuovo rover sarà un vero e proprio laboratorio ambulante, grande quanto un’auto; dotato di strumenti ad altissima precisione disporrà anche di un laser per distinguere millimetricamente i dettagli delle rocce marziane.

Investigatore marziano

Non è un caso che questo innovativo strumento si chiami Sherloc (Scanning Habitable Environments with Raman and Luminescence for Organics and Chemicals). Sarà il primo strumento su Marte a utilizzare la spettroscopia Raman e di fluorescenza ed tecniche di indagine scientifica utilizzate in ambito forense.

Come noto infatti, quando una luce ultravioletta viene indirizzata verso determinate sostanze chimiche organiche, queste emanano in risposta un caratteristico bagliore. Gli scienziati possono usare questo bagliore per rilevare composti chimici comparsi in presenza di forme di vita. Proprio questo farà Sherloc sulle rocce che troverà da analizzare su Marte.

Il progetto del rover Nasa Mars 2020. Sul braccio, lo strumento Sherloc. Crediti: NASA/Jpl-Caltech

Ma l’elevata precisione potrebbe essere un problema…

Proprio così! L’assurdo paradosso è che il laser è talmente preciso che anche un lieve disallineamento, causato da una repentina variazione della temperatura, potrebbe comprometterne la misura.

L’ostacolo è stato arginato con un riferimento fisso, il frammento di meteorite per l’appunto, da confrontare ciascuna misurazione. Nulla a che vedere con l’obsoleta tavolozza di riferimento utilizzata da Mhali, la fotocamera di Curiosity (vedi foto in basso). La pietra marziana in questione è stata scelta tra i 164 meteoriti marziani ritrovati sulla Terra; la giusta consistenza e l’opportuna composizione chimica hanno favorito la scelta dei ricercatori che hanno selezionato così una fetta del meteorite marziano Sayh al Uhaymir 008 (SaU008), precipitato in Oman nel lontano 1999.

La mira ottica di calibrazione per lo strumento Mars Hand Lens Imager a bordo del rover Curiosity della NASA. Crediti: NASA/JPL-Caltech/Malin Space Science Systems

SaU008

Preso in prestito dal Museo di Storia Naturale di Londra, sarà il primo meteorite marziano di cui un frammento ritorni sulla superficie del pianeta ma non si tratta della prima volta che una sonda ospita un frammento: Mars Global Surveyor della NASA conteneva un frammento del meteorite Zagami, una scheggia marziana che tuttora fluttua attorno al pianeta a bordo dell’orbiter ormai spento.

«Ogni anno forniamo centinaia di esemplari di meteorite a scienziati in tutto il mondo per scopo di studio. Ma, in questo caso, sapere che il campione da noi fornito sarebbe tornato da dov’era venuto per scopi scientifici è stata per noi una grande sorpresa!» – commenta Caroline Smith, curatrice delle meteoriti al Museo di Storia Naturale di Londra.

Il meteorite SaU008, crediti: b14643.de/SNC-Meteorites/SAU-008.jpg

«Studiando come lo strumento vede un bersaglio fisso conosciuto, possiamo capire come vedrà una porzione della superficie marziana» – ha spiegato Luther Beegle del JPL, responsabile scientifico dello strumento Sherloc.

Published by
Antonio Piazzolla