Al giorno d’oggi gli antibiotici stanno diventando sempre più inefficaci nel combattere diversi tipi di batteri. La prescrizione sconsiderata, gli scarsi investimenti nel settore e l’uso scorretto di questi farmaci da parte di molti, hanno contribuito alla selezione di famiglie di germi capaci di combattere efficacemente queste molecole. Le stime, se nulla dovesse cambiare, sono particolarmente infauste. Si pensa, infatti, che nei prossimi anni possa diventare più difficile curare un’infezione da batterio antibiotico resistente, che non un cancro.
Un nuovo studio apparso su Nature potrebbe portare alla produzione di una nuova classe di antibiotici, che innalzerebbe un nuovo muro tra le malattie infettive e la catastrofe, data dalla mancanza di terapie. Si tratta di due molecole sintetiche appartenenti alla classe dei retinoidi.
Ricercatori della Brown University di Providence e della Harvard Medical School di Boston, hanno pubblicato i risultati dei loro test pre-clinici su soggetti murini, durante i quali hanno messo in luce le potenzialità di due nuove molecole sintetiche, identificate con le sigle CD437 e CD1530.
Questi composti, analoghi della vitamina A, hanno mostrato un’ottima capacità di azione su quegli Stafilococchi Aurei che avevano acquisito la resistenza alla Meticillina, uno degli ultimi antibiotici a disposizione nel trattamento di questi batteri. Questo microbo è in grado di produrre degli enzimi, chiamati Beta-Lattamasi, che sono in grado di demolire le molecole della classe dei beta-lattamici. Per essere più chiari, in questa categoria di farmaci rientrano molti degli antibiotici comunemente utilizzati nel trattamento dei Gram positivi, ovvero tutte le penicilline, le cefalosporine, i carbapenemi.
Gli Stafilococchi Aurei sono spesso resistenti ai beta lattamici, costringendo a ricorrere all’utilizzo della Meticillina. L’acquisizione di una resistenza anche a questa seconda arma preoccupa molto il mondo medico poiché è diventato molto difficile trovarsi a dover risolvere infezioni da MRSA (Methicilline resistant Staphylococcus Aureus).
I retonoidi oggetti dello studio hanno dimostrato un’azione battericida molto interessante ed un effetto sinergico se utilizzati in associazione alla Gentamicina, diminuendo, peraltro, la probabilità di comparsa di una antibiotico resistenza.
Questo il pensiero degli autori:
“Con successivi sviluppi e ottimizzazioni, i retinoidi sintetici avranno il potenziale per diventare una nuova classe di antimicrobici per il trattamento di infezioni batteriche da Gram positivi che sono oggi molto difficile da trattare”.
I retinoidi sintetici sono in grado di legare la membrana fosfolipidica del batterio, insinuarsi al suo interno e minarne la funzionalità. Questo meccanismo rende anche chiaro l’effetto combinato ottenuto con la gentamicina, che agisce bloccando la sintesi proteica all’interno delle cellule batteriche. Potremmo dire che i retinoidi rappresentano delle arieti utili a far breccia nelle mura nemiche.
I ricercatori non sono stati in grado di produrre una colonia di S.Aureus resistente a questo tipo di terapie coltivando 10^10 colonie di batteri trattate con 2.5x, 5x e 10x MIC (Minima concentrazione inibente) di retinoidi.
Saranno necessari ulteriori approfondimenti prima di approdare a dei veri e propri trial clinici sull’uomo, ma la speranza resta quella di continuare ad identificare molecole in grado di debellare il pericolo delle antibiotico-resistenze,