Ricercatore UNIBA alla scoperta della “foresta di corallo nero” alle Isole Tremiti
Fotografata per la prima volta nel 2012, è in corso l’esplorazione da parte del ricercatore Giovanni Chimienti dell’Università degli Studi “Aldo Moro” di Bari: la ricerca, ufficializzata dal Committee for Research and Exploration of the National Geographic Society, è finanziata da National Geographic e dal Parco Nazionale del Gargano
Fotografata per la prima volta nel 2012, è in corso l’esplorazione da parte del ricercatore Giovanni Chimienti dell’Università degli Studi “Aldo Moro” di Bari: la ricerca, ufficializzata dal Committee for Research and Exploration of the National Geographic Society, è finanziata da National Geographic e dal Parco Nazionale del Gargano (Ente Gestore dell’AMP Isole Tremiti); il ricercatore è stato inoltre ospite della rete televisiva Sky nella sede di Londra
Giovanni Chimienti è un assegnista di ricerca del Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Bari, la sua scelta è stata ufficializzata dal Committee for Research and Exploration of the National Geographic Society e sarà responsabile di un progetto per l’esplorazione dell’area circostante le isole garganiche, i cui fondali sono poco conosciuti. L’esplorazione di questi fondali del tutto inediti sarà possibile grazie ad un finanziamento dedicato ai giovani ricercatori avanzato dalla National Geographic Society e dal Parco Nazionale del Gargano: habitat inediti lungo le coste pugliesi, ricchi di forme di vita ancora da studiare.
Approfondire la conoscenza dei boschi sottomarini
Lo scopo dello studio è quello analizzare i Coralli Neri e approfondirne le conoscenze in merito: l’Antipathella subpinnata (noto appunto come corallo nero) è un esacorallo della famiglia Myriopathidae di nero ha solo lo scheletro, mentre gli organismi viventi sono di colore bianco; è composto da polipi esatentacolari, con tentacoli corti e non pinnati, e si presenta con ciuffi fortemente ramificati: è un corallo rarissimo e protetto, da non confondere con la Gerardia savaglia (falso corallo nero, molto simile).
Presente nel mar Mediterraneo a partire dai 50 metri sino a oltre 200 metri di profondità. Il 19 marzo 2009 è stata scoperta la più grande foresta di corallo nero esistente al mondo nel mare di Scilla (Calabria) su fondali tra gli 80 e i 150 metri. Questo corallo infatti è capace di formare veri e propri boschi sottomarini dando origine ad habitat particolari ricchi di vita e ancora poco studiati. La nuova sottoclasse venne scoperta invece nel 2012, nell’analisi della biodiversità tipica dei fondali delle isole Tremiti. Può raggiungere anche il metro di altezza e ne sono state rinvenute cinquanta colonie lungo le aree garganiche.
A rischio a causa della pesca
La neonata ricerca avanzata dal dottor Giovanni Chimienti farà chiarezza su questa specie, svelando nuovi dettagli sulle caratteristiche di questa particolare tipologia di polipi tutti pugliesi. L’equipe dell’Università di Bari, dedicata allo scopo, sottolinea come l’habitat sottomarino interessato dal Corallo Nero sia tutt’oggi messo a rischio dalla pesca che render necessaria un’attività di tutela ambientale dell’intero arcipelago diomedeo: le Isole Tremiti infatti hanno sempre avuto un ecosistema dal fascino estetico e naturalistico, oggetto di studi particolari; con questa ricerca si evidenza il vasto valore delle terre situate al largo delle coste garganiche.
“In passato era stata trovata qualche colonia di corallo nero dal Marlin Tremiti Diving Center mentre i survey preliminari per questo progetto hanno evidenziato la presenza di una popolazione cospicua di coralli. L’esplorazione è in corso. Le minacce principali riguardano la pesca, piuttosto che le attività subacquee” – ha dichiarato il ricercatore a Close-up Engineering, via mail.
Fonte: “La National Geographic Society e Sky finanziano un progetto Uniba sui coralli neri“ – Università degli Studi “Aldo Moro” di Bari.
Alcune imprecisioni ci sono state segnalate dal ricercatore Giovanni Chimienti che ci ha contattato personalmente. Le inesattezze esposte nella prima versione di questo articolo – e corrette – vanno attribuite ad un errato comunicato stampa dell’UNIBA (vedi link sopra) che, in data 30/04/2018, risulta essere ancora errato dal momento che, per quanto riguarda i finanziatori del progetto, viene indicato Sky invece del Parco Nazionale del Gargano.