Finlandia,tunnel di Onkalo: resisterà alle insidie del tempo per decine di migliaia di anni grazie a soluzioni ingegneristiche e semplici ma geniali dispositivi di sicurezza
Questa storia ha inizio nel 1980, quando il geologo finlandese Timo Äikäs decise di assumersi una grande responsabilità per un ventinovenne, e vale a dire progettare uno spazio in cui scaricare – in modo sicuro e definitivo – le scorie nucleari prodotte dal suo Paese. Adesso, quasi quarant’anni dopo, quel deposito è quasi ultimato e la Finlandia sarà la prima nazione dotata di un magazzino per rifiuti radioattivi ideato per resistere diverse centinaia di migliaia di anni.
Quella di Äikäs è una delle più grandi sfide affrontate nell’era moderna, basta pensare infatti che nel mondo esistono circa 250 mila tonnellate di scorie nucleari alloggiate in depositi temporanei – che iniziano a non essere più idonei a tale compito – e che le costruzioni più antiche che conosciamo, come le piramidi egizie, hanno soltanto 4500 anni. La necessità era quella di trovare l’anello mancante tra rifiuti longevi e strutture in grado di resistere nel tempo, battendo ogni record.
Il luogo scelto da Äikäs. è una caverna (in finlandese appunto “Onkalo”) nella densa vegetazione della foresta di Olkiluoto, un’isola scarsamente abitata al largo della costa occidentale della Finlandia: poco lontano, circondati dagli alberi, sorgono tre reattori.
L’ingresso sembra a tutti gli effetti l’entrata di un grande garage che si apre poi in un tunnel che si estende fino ad oltre 450 metri di profondità, ramificandosi in 137 gallerie sotterranee. Una volta entrato in funzione, il deposito accoglierà le scorie che verranno raccolte in appositi bidoni in ghisa da 25 tonnellate di capienza, rivestiti di uno strato di rame puro. Ciascuno di essi poi sarà alloggiato in un vano scavato su misura e rivestito con bentonite, un tipo di argilla che si gonfia a contatto con l’acqua (impiegato anche nelle lettiere dei gatti).
Il piano di sicurezza del tunnel di Onkalo è molto semplice: la roccia locale, in cui è stato scavato il tunnel, – nota come gneiss – è geologicamente stabile e dovrebbe essere in grado di tenere l’acqua alla larga. La bentonite infatti può assorbire ogni traccia di umidità residua e le acque sotterranee presenti in profondità, sotto il deposito, sono povere di ossigeno e poco corrosive. Senza dimenticare che il rame è una delle sostanze più stabili e se anche l’acqua arrivasse ai bidoni, impiegherebbe milioni di anni per corroderne il rivestimento e le scorie al suo interno si sarebbero degradate a materiali non più pericolosi per l’ambiente e per l’uomo.
Gli ingegneri finlandesi hanno pensato che il modo più sicuro per garantire la sicurezza del deposito è quello di lasciarlo finire nel dimenticatoio, ignorandone l’esistenza, senza la necessità di sorveglianza ed il bisogno di elettricità a mantenerlo. Quando poi raggiungerà la sua massima capienza (si stima nel 2100) gli ingressi dei tunnel saranno sigillati con blocchi di roccia assorbente e la foresta circostante ne coprirà l’entrata: il deposito è stato scavato in luoghi poco appetibili per eventuali scavi minerari.
Timo Äikäs è andato in pensione nel 2014 e i suoi successori lavorano per riuscire a concludere le prove generali di conservazione delle scorie – con barre posticce, ma contenitori e tunnel originali – entro il 2022. Nel 2024 dovrebbero essere accolti i primi rifiuti pericolosi, con un processo che potrebbe durare un centinaio di anni, fino ad esaurimento spazio.
Fonte:
[1] The World’s first permanent nuclear-waste repository | The Atlantic