Cosa resterà del nostro Sole? Una piccola nana bianca e una magnifica luminosa nube di gas: lo rivela uno studio dei ricercatori dell’Università di Manchester che illustra come finirà il ciclo vitale della nostra stella madre
Tempo: cinque miliardi di anni. Cosa resterà: una brillante stella nana bianca circondata da una spettacolare “nebulosa planetaria” lì dove un tempo vi era il Sistema Solare. Le risposte a queste domande ci vengono fornite da uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Manchester, coordinato dall’astrofisico Albert Zijlstra. Non una grande novità ma piuttosto una conferma, del resto il destino della nostra stella madre lo possiamo notare dai “resti” di altre stelle: bolle, anelli, figure di gas luminosi disperse nel cosmo.
Una volta entrato nell’ultima fase della sua esistenza, il Sole si libererà dei suoi strati più esterni, dimezzando la propria massa: stando al nuovo modello, sviluppato da Zijlstra, tutti i gas espulsi formeranno una nebulosa che si espanderà nello spazio circostante anche per diversi anni luce di diametro, una dimensione che la renderà dunque visibile anche da migliaia di anni luce di distanza. Al suo centro rimarrà una piccola stella compatta e densissima, una nana bianca.
Attualmente il Sole è una nana gialla, la cui età è di 4,5 miliardi di anni e si trova nella sua “sequenza principale”, la fase matura e stabile della sua esistenza, circa metà della sua vita per intenderci. Prima della fine subirà una grossa trasformazione che accadrà tra circa cinque miliardi di anni.
“All’interno del Sole avvengono reazioni di fusione nucleare tra protoni, nuclei di atomi di idrogeno quando l’idrogeno terminerà, il Sole si restringerà un po’, perché l’attrazione gravitazionale non sarà più compensata dalla produzione di energia nel nucleo”. Questo primo ‘collasso’ innescherà nuove fusioni di idrogeno che riscalderanno ancora di più la stella e, una volta terminato ancora il carburante, si avrà un nuovo restringimento”
– spiega Lucie Green, studiosa di Fisica Solare al Mullard Space Science Laboratory dello University College di Londra.
“Durante la fase in cui sarà l’elio a fondersi, il Sole si espanderà fino a diventare una gigante rossa. Sarà talmente grande che potrebbe arrivare a inglobare anche l’orbita della Terra”
– sottolinea la Green, autrice del libro “Viaggio al centro del Sole”, pubblicato in Italia a inizio 2018 da “Il Saggiatore”. Quanto alla Terra, quasi sicuramente, sarà divorata dalla nuova stella gigante che, nella trasformazione, raggiungerò un volume cento volte più grande di adesso arrivando a misurare 150 milioni di chilometri di diametro. Se invece la Terra dovesse “salvarsi” evitando di essere ingerita le radiazioni, l’immenso calore e lo spaventoso effetto serra inceneriranno tutte le forme biologiche e fatto evaporare tutta l’acqua dagli oceani ai laghi.
“Si lascerà dietro una stella molto piccola, una nana bianca, che avrà metà della massa del Sole concentrata in un oggetto piccolo come la Terra e una nebulosa planetaria formata dai gas che aveva espulso. A un telescopio alieno che nel remoto futuro dovesse puntare il nostro angolo di galassia, apparirà forse una tra le tante nebulose, non brillantissima e scenografica come la ‘nebulosa ad anello’, sarà forse più simile ad Abell 39, una gigantesca bolla sferica che possiamo vedere a 7.000 anni luce da noi”
– conclude la Green.
La nebulosa formata brillerà per 10.000 anni, poi rimarrà solamente la nana bianca con la sua fioca luce per tantissimi miliardi di anni, terminati i quali, si trasformerà – stando all’ipotesi formulata dagli scienziati – in una nana nera, una scura e gelata sfera alla deriva nel cosmo.
Fonte:
[1] “What will happen when our sun dies?” | The University of Manchester