Analizzati nuovamente i dati raccolti durante l’esperimento Opera, condotto tra il 2008 e il 2012, la nuova tecnica di indagine svela che sono state osservate dieci trasformazioni dei neutrini da muonici in tauonici provando che hanno una massa propria: caratteristica non prevista dalle teorie attuali, si va verso una nuova fisica
I neutrini mutano da muonici in tauonici sfrecciando quasi alla velocità della luce, una caratteristica non prevista dalle teorie attuali e che apre le porte ad una nuova dimensione della fisica. Il risultato, pubblicato su Physical Review Letters, prova che queste particelle hanno una massa.
Il precedente ci fu nel 2013 e poi nell’anno successivo: osservazioni che valsero il Premio Nobel per la Fisica nel 2015 al giapponese Takaaki Kajita, dell’Università di Tokyo e al canadese Arthur B. McDonald della Queen’s University di Kingston proprio perché le loro ricerche avevano permesso di comprenderli meglio. “Adesso è arrivata la prova conclusiva” – ha dichiarato il fisico Giovanni De Lellis, coordinatore dell’esperimento Opera (Oscillation Project with Emulsion-tRacking Apparatus). Un risultato non previsto dal Modello Standard, la teoria di riferimento della fisica, secondo la quale i neutrini non avrebbero massa.
La conferma è giunta: i neutrini sono capaci di trasformarsi da un tipo ad un altro all’interno delle tre famiglie di queste particelle cui appartengono; neutrini elettronici, muonici e tauonici. I dati raccolti dall’esperimento Opera, condotto fra il 2008 e il 2012, sono stati analizzati nuovamente con una nuova tecnica e svelano che indicano che sono state osservate dieci trasformazioni dei neutrini da muonici in tauonici.
“I risultati sono stati migliori rispetto alle aspettative e indicano in modo inequivocabile che la trasformazione è avvenuta. Questo fenomeno non potrebbe avvenire se i neutrini non avessero una massa. La sfida è adesso capire il meccanismo per il quale queste particelle hanno una massa. Quello previsto dalla teoria attuale, basato sul ruolo del bosone di Higgs, non riesce infatti a spiegare perché i neutrini abbiano una massa così piccola, un milione di volte inferiore a quella dell’elettrone. È quindi necessaria una spiegazione diversa, che richiederà anni di lavoro: significherà elaborare un modello più ampio, che estenda il Modello Standard” – spiega Giovanni De Lellis.
Fonte:
“Final Results of the OPERA Experiment on ντ Appearance in the CNGS Neutrino Beam” – Physical Review Letters