Da gennaio ad Aprile 2018 tredici cittadini Svedesi e Norvegesi si sono recati in ospedale, in patria, per infezioni da un batterio resistente a pressoché tutti gli antibiotici a disposizione. A comunicarlo è l’European Center for Desease Prevention and Control (ECDC) che oggi ha messo in guardia gli Ospedali di tutta Europa. Tutti i casi infettivi hanno alle spalle un ricovero presso l’Ospedale di Gran Canaria, nelle Isole Canarie, identificato come focolaio primitivo delle infezioni.
Il rischio di epidemia è contenuto, seppur non da sottovalutare. Ogni anno circa 15 milioni di turisti si recano nelle meravigliose Isole Canarie per trascorrere le proprie vacanze. La possibilità di riportare poi con sé questo batterio va tenuta in considerazione. Per questo motivo l’ECDC raccomanda un’attenzione particolare per i pazienti che si recheranno in Ospedale, di rientro da queste località.
Il responsabile di tutta questa preoccupazione è una Klebsiella Pneumoniae che ha sviluppato numerose resistenze agli antibiotici. Nello specifico si tratta della K. Pneumoniae ST392 produttrice di carbapenemasi (OXA48), un particolare enzima in grado di inattivare i Carbapenemi. Questi, ad oggi, sono uno dei baluardi della terapia antibiotica, contro i quali ancora non si erano verificati molti casi di resistenza. Diverse Klebsielle, diffuse anche in Italia, si mostravano sensibili solo a questa classe di antibiotici, per cui trattare un batterio del genere è un problema davvero complesso.
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A tal proposito si pensi che, caduti i Carbapenemi, i sanitari avranno un’unica arma a disposizione, la Colistina, un antibiotico abbandonato da anni e contro il quale non si conoscono batteri resistenti. Si tratta di un farmaco altamente tossico per il sistema renale e per il sistema nervoso, utilizzabile unicamente ad alto dosaggio.
Come specificato dal comunicato dell’ECDC contrarre un’infezione da questo tipo di Klebsiella non è facile se non si viene a contatto con un importante focolaio come quello delle Isole Canarie. Il problema però è un altro. La diffusione, se l’attenzione non sarà massima, si potrebbe verificare in Ospedali di altri Paesi europei e non solo.
Per questi motivi l’ente europeo ha consigliato caldamente a tutte le strutture sanitarie di eseguire un’attenta analisi dei viaggi pregressi di tutti i pazienti in ingresso.
È evidente che la ricerca di nuove molecole antibiotiche debba essere maggiormente al centro dell’attenzione. La medicina, negli ultimi decenni, ha prodotto pochissimi farmaci che possano prevenire la diffusione di batteri MDR (Multi-Drug Resistant). Questo a causa della spesa ingente che si rende necessaria per sviluppare questo tipo di prodotti e della difficoltà nel condurre queste ricerche. Il mondo medico ha necessità di individuare nuovi farmaci, dal momento che le previsioni per gli anni a venire sono tutt’altro che rosee.
Fonte: ECDC