Dopo lo scandalo statunitense, che ha visto il colosso Johnson & Johnson condannata a pagare 4,7 miliardi di dollari, sono in molti a chiedersi se davvero il talco possa aumentare il rischio di ammalarsi di cancro alle ovaie o di mesotelioma.
La condanna che ha imposto alla Johnson&Johnson di risarcire clienti per milioni di euro coinvolge donne e – per ora – un solo uomo, tutti consumati che si sono ammalati di tumore (e qualcuno è già deceduto).
Ad oggi non ci sono prove a sufficienza che dimostrino come l’utilizzo della polvere di talco porti allo sviluppo del cancro ovarico e il mesotelioma. Tuttavia il talco è indagato da tempo e l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (Iarc) ha classificato le polveri per il corpo a base di talco come possibili cancerogeni per l’uomo nel 2006. Possibili però (insieme a centinaia di altre sostanze), non significa necessariamente probabili e neppure certe. Lo Iarc, in particolare, classifica solo il talco contaminato da asbesto (noto per essere all’origine del mesotelioma pleurico) come «cancerogeno» per l’uomo. VA sottolineato però che la causa di cancerogenicità è l’asbesto e non il talco e l’asbesto non è più in commercio da molto tempo.
I ricercatori ipotizzano che la polvere di talco, contenente agenti infiammatori, si diffonda dagli organi genitali esterni a quelli interni femminili causando infiammazioni di lunga durata che stimolano la formazione di un tumore:
“Ad oggi, però, nonostante i numerosi studi condotti negli anni, non ci sono prove a sufficienza per stabilire un legame tra talco e cancro all’ovaio, che in molti casi è di origine genetica. Non solo, non è mai emersa nessuna relazione tra l’entità dell’esposizione al talco e l’entità di aumento del rischio: chi ha usato più spesso prodotti per l’igiene intima a base di talco non ha avuto un rischio maggiore rispetto a chi lo usava in modo saltuario. Tra l’altro non c’è un rapporto diretto tra cute della vulva o ovaio: il talco viene drenato dal sistema linfatico che lo rimette in circolo e non arriva all’ovaio direttamente. Rilievi scientifici parlano invece di un rapporto diretto tra l’uso del talco e il tumore alla vulva, che però è un carcinoma davvero molto raro””
– afferma Paolo Scollo, past president della Società italiana di Ginecologia e Ostetricia edirettore dell’Unità di Ostetricia e Ginecologia all’ospedale Cannizzaro di Catania. Una delle difficoltà dei ricercatori sta nel fatto che gli studi-questioniario si dimostrano alcune volte inefficaci, questo perché la memoria è spesso labile e dunque i risultati di questi studi sono poco attendibili. Più affidabili sono invece quegli studi detti di coorte e che reclutano un ampio gruppo di donne sane e le seguono nel tempo raccogliendo numerosi dati per cercare di capire che cosa differenzia le donne che a un certo punto vengono colpite dal tumore e l’unico studio di questo tipo che ha indagato la relazione tra talco e tumore dell’ovaio non ha rilevato alcun legame e nessuno scienziato ha finora identificato né ipotizzato un meccanismo biologico per cui il talco potrebbe causare lo sviluppo del tumore.
Notevoli i risultati di 16 studi che hanno coinvolto 12.000 donne e segnalavano un aumento del rischio di cancro ovarico di circa un terzo associato all’uso del talco; una revisione del 2013 sugli studi americani (circa 18.000 donne coinvolte) ha rilevato un aumento analogo associato all’uso del talco per l’igiene intima ma non all’uso su altre parti del corpo: entrambi questi studi però sono di tipo caso-controllo, basati su ciò che le donne ricordano delle loro abitudini, e per questo, non sono sufficienti a chiarire la questione.
Uno studio americano condotto dalla Harvard Medical School (pubblicato nel 2010) aveva esaminato i dati relativi a più di 66.000 partecipanti evidenziando un lieve aumento del rischio per le donne in menopausa che avevano un uso prolungato di talco negli anni. Svolta nel 2007 quando una metanalisi su nove studi osservazionali era già stata tranquillizzante: vennero studiate donne che usavano diaframmi contraccettivi tradizionalmente conservati nel talco e non era emerso alcun legame, dato particolarmente rassicurante perché un’esposizione così ravvicinata alla sede di sviluppo della malattia dovrebbe avere un effetto più significativo e visibile. In conclusione dunque non ci sono sufficienti elementi per dimostrare un rapporto tra l’utilizzo del talco e l’insorgere di cancro.
Sul’insorgere del mesotelioma invece, la causa è da attribuire alla collocazione del talco che, in qualità di minerale, si trova spesso vicino alle miniere di amianto e molti studi hanno dimostrato che esiste un rischio di contaminazione incrociata durante l’estrazione. In Europa però il talco è molto controllato e la sua tracciabilità è assicurata: dal 1973 tutti i prodotti a base di talco devono per legge essere privi di amianto e le aziende chiedono ai fornitori un certificato che assicuri l’assenza della sostanza.
Concludiamo con un consiglio diffuso dall’AIRC, l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro:
“Chi ha fatto in passato uso di talco a livello genitale non ha particolari ragioni per allarmarsi. Volendo applicare il principio di precauzione, è possibile suggerire di evitare l’uso di talco a livello perineale ed endovaginale, anche se è bene ribadire che la maggior parte degli studi non ha potuto dimostrare una relazione di causa-effetto tra l’eventuale utilizzo e il piccolo aumento di rischio rilevato in alcune ricerche retrospettive di tipo caso-controllo”.
Per approfondire:
[1] “Perineal application of cosmetic talc and risk of invasive epithelial ovarian cancer: a meta-analysis of 11,933 subjects from sixteen observational studies“ – US National Library of Medicine National Institutes of Health
[2] “Genital Powder Use and Risk of Ovarian Cancer: A Pooled Analysis of 8,525 Cases and 9,859 Controls“ – AAACR
[3] “IARC Monographs on the Evaluation of Carcinogenic Risks to Humans“ – World Health Organization International Agency For Research on Cancer
[4] “Use of cosmetic talc on contraceptive diaphragms and risk of ovarian cancer: a meta-analysis of nine observational studies“ – US National Library of Medicine National Institutes of Health
[5] “Fare uso di talco aumenta il rischio di ammalarsi di cancro dell’ovaio?” – AIRC, Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro