Batteri e sclerosi multipla : un legame che potrebbe portare nuove speranze
La sclerosi multipla è una malattia degenerativa del sistema nervoso che colpisce circa 2,5 milioni di persone nel mondo. È causata dalla progressiva perdita della mielina, la sostanza che forma una guaina protettiva e isolante delle fibre nervose. Ad oggi non si conosce l’eziologia della malattie ma i numerosi fattori di rischio.
Microbioma e Sclerosi multipla
Fra i numerosi fattori di rischio che contraddistinguono questa malattia, esiste la possibilità che siano coinvolte delle molecola endogene prodotte dai batteri intestinali. Nello studio condotto da Raquel Planas, della Clinica universitaria di Zurigo, pubblicato su “Science Translational Medicine”, viene identificato, in pazienti affetti da sclerosi multipla, un enzima che scatena la risposta autoimmune dei linfociti T.
Planas e colleghi hanno isolato linfociti T prelevati da pazienti con sclerosi multipla, in particolare da regioni cerebrali già colpite da lesioni. Dalle analisi condotte in vitro con questi linfociti hanno poi scoperto che le cellule del sistema immunitario reagivano alla presenza di un enzima denominato GDP-L-fucosio sintasi.
Analizzando nel dettaglio quindi i linfociti T di un consistente campione di pazienti è risultato che circa il 40 per cento dei soggetti mostrava una reattività alla GDP-L-fucosio sintasi prodotta da diverse specie di batteri presenti nel microbioma intestinale.
Prospettive per il futuro?
Lo studio presentato, porta con sé diversi aspetti innovativi. Considerando il microbioma come una possibile causa di sclerosi multipla si introduce un nuovo target terapeutico. La dimostrazione che peptidi ed enzimi prodotti dai batteri intestinali possono indurre forti risposte immunitarie porta all’attenzione, ancora una volta, quanto sia complessa e sconosciuta la componente batterica del nostro organismo.
Resta ancora molto da fare e da comprendere. Sono necessari ancora molti studi per dimostrare il meccanismo che correla la presentazione dell’antigene (l’enzima batterico) ai linfociti e come questo possa provocare una risposta così deleteria per l’organismo.
Fonte: Science.org