La startup “Pivot Bio” ha raccolto 70 milioni di dollari per realizzare un batterio geneticamente modificato, capace di ridurre l’impiego dei fertilizzanti azotati: quest’ultimi infatti, oltre a consumare energia e inquinare i fiumi, liberano nell’aria un gas serra notevolmente più potente dell’anidride carbonica.
Il progetto ha già conquistato il cuore di molti miliardari che hanno deciso di investirci, tra i quali i più noti Bill Gates, Jeff Bezos e Michael Bloomberg: il primo step sarà quello di mettere sul mercato un prodotto per i coltivatori di mais statunitensi, per poi passare ad altre colture come il frumento e il riso.
Da diverso tempo un gruppo di investitori miliardi (che conclude appunto anche Jeff Bezos, Bill Gates, e Michael Bloomberg) sta raccogliendo diversi milioni (fino ad un massimo di un miliardo di dollari) da investire in nove starup dell’energia tramite un fondo chiamato “Breakthrough Energy Ventures” (BEV), che fornisce alle imprese “capitali pazienti” o denaro che non richiede un rendimento sull’investimento per un massimo di 20 anni. Un’opportunità per scienziati e ingegneri che hanno così il tempo per perfezionare le loro tecnologie energetiche trasformative.
“Una pianta è un po’ come un essere umano. Matura secondo periodi di crescita” – spiega Karsten Temme, cofondatore e AD della società – “Nel mezzo della stagione vegetativa, la pianta è un’adolescente e bisogna fornirgli nutrienti il più velocemente possibile perché è il momento in cui cresce più velocemente”. Il paradosso è che proprio in quel periodo gli agricoltori non possono accedere al raccolto perché le dimensioni delle piante sono troppo grandi e verrebbero abbattute dalle macchine agricole; per questo motivo vengono sparsi dei fertilizzante all’azoto: fertilizzante che rilascia ossido di azoto, un tipo di gas serra risultato 300 volte più potente dell’anidride carbonica, inquinando i fiumi e i corsi d’acqua, consumando l’ossigeno e uccidendone la fauna marina. Non solo,è tossico per l’uomo: il contatto con le acque inquinate infatti può provocare dolorose eruzioni cutanee mentre l’ingestione può portare a danni al fegato e ai reni.
Non sono abituati alla nuova tecnologia, e questa rappresenta la vera sfida. Ma come funziona il batterio? “Appena il seme germoglia e si forma la prima radice, il batterio può aderire proprio a quella radice e coprirla come fosse un guanto. In questo modo può fornire tutti i giorni il cibo alla pianta, eliminando l’eccesso di fertilizzante” – spiega Karsten Temme.
Gli agricoltori dunque possono impiegare gli stessi metodi a cui sono abituati — spruzzare i raccolti di fertilizzanti e insetticidi da una tanica dal loro trattore — con la sola differenza che, nella tanica, al posto del fertilizzante ci sarà il batterio geneticamente modificato. Doppio guadagno perché il batterio costa meno del fertilizzante e – soprattutto – rappresenta un guadagno per l’ambiente. Secondo Temme infatti, per produrre fertilizzante si consuma circa il 3-4% dell’energia mondiale oltre a liberare emissioni nocive nell’atmosfera.
“Il nostro primo impegno è quello di portare un prodotto nel mercato degli produttori di mais statunitensi. Il prodotto, che la società sta chiamando ‘Proven’, è il risultato di prove in situazioni reali e di analisi di laboratorio, che hanno mostrato come il batterio possa fornire fino a un quarto dell’azoto necessario alla pianta per crescere” – conclude Temme.
Per approfondire:
[1] “How are humans exposed to cyanobacteria and cyanotoxins?” – United States Environmental Protection Agency
[2] “Nitrogen fertilizer is bad stuff and not just because it could blow up your town” – grist.org
[3] “Pivot Bio Secures $70M Investment For Nitrogen-Producing Microbes” – Forbes.com