È un annuncio che attira l’attenzione quello che viene dai ricercatori di alcuni tra i college più prestigiosi di Inghilterra. I ricercatori dello UCL e dell’Imperial College London, in collaborazione con la University of Cambridge e con la University of Oxford firmano un case report che non pùò passare inosservato. Un secondo paziente, ben 12 anni dopo la vicenda del “paziente Berlino”, ha raggiunto la remissione di HIV.
Come già accaduto a Berlino, anche questa volta la genetica riveste un ruolo di primo piano nel raggiungimento di questo risultato. Il “paziente Londinese”, che per motivi di privacy ha preferito restare anonimo, non ha mostrato segni della presenza del virus 18 mesi dopo la sospensione delle cure anti retrovirali.
Il paragone con il “paziente Berlino”, Timothy Ray Brown, non è casuale. Era il 2007 quando Brown, affetto da HIV fin dal 1995, ricevette un trapianto di midollo con l’obiettivo di curare una forma di leucemia. Inaspettatamente, però, fu raggiunta la remissione di HIV. Questo avvenimento fu attribuito ad una particolare mutazione genetica presente nel midollo trapiantato, ovvero ad una delezione nel gene CCR5.
Questo gene codifica per una proteina che rappresenta il principale sito di attacco di HIV-1, il più comune e pericoloso ceppo di HIV. Gli individui che posseggono CCR5 sono naturalmente resistenti a questo tipo di infezione poiché il virus non riesce a penetrare all’interno delle cellule.
È proprio il caso di dirlo: la storia si ripete. La vicenda del “paziente londinese”, infatti, è molto simile a quella di Brown. Ancora una volta le strade di HIV e di alcune forme tumorali si sono incrociate.
L’uomo londinese fu colpito da HIV nel 2003 e per ben nove anni è stato trattato con la terapia anti retrovirale. Nel 2012 ricevette la diagnosi di Linfoma di Hodgkin in stadio avanzato; in aggiunta alla chemioterapia si procedette nel 2016 con il trapianto di midollo, con lo scopo di debellare il tumore. In quel midollo c’era di nuovo la mutazione di CCR5 e la lotta contro HIV iniziò a prendere una piega diversa.
Ecco le parole del Prof. Gupta, primo firmatario di questo case report:
Raggiungendo la remissione in un secondo paziente utilizzando un approccio molto simile, abbiamo dimostrato che ciò che accadde nel “paziente Berlino” non fu un’anomalia ma che fu davvero il trattamento utilizzzato a sconfiggere HIV.
Prof. Gupta
Sebbene gli stessi ricercatori sottolineino il fatto che sia troppo presto pe rparlare di guarigione completa per quanto riguarda il paziente londinese, il lavoro inglese ha una importanza fondamentale.
Dobbiamo capire se siamo in grado di spegnere questo gene nelle persone HIV positive, e ciò potrebbe essere possibile sfruttando la terapia genica.
Queste parole del Prof. Gupta aprono la porta ad un futuro diverso per gli oltre 36 Milioni di persone che nel mondo sono affette da questo virus. Sebbbene ad oggi l’unica terapia per contrastare HIV sia quella farmacologica da assumere a vita, nulla vieta che in futuro la terapia genica non sia in grado di modificare drasticamente il corso della malattia.
Fonti ed approfondimenti
1. Gupta, R et al. HIV-1 remission following CCR5Δ32/Δ32 haematopoietic stem cell transplantation. Nature; 5 March 2019; DOI: 10.1038/s41586-019-1027-4 ;
2. University of Cambridge