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Il trapianto di fegato potrebbe diventare un lontano ricordo

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Nonostante i miglioramenti terapeutici degli ultimi trent’anni le insufficienze epatiche si attestano al quinto posto, nel mondo occidentale, per tasso di mortalità. In molte situazioni patologiche il trapianto di fegato resta l’unica ancora di salvataggio, tuttavia la disponibilità di organi non è sufficiente a coprire le necessità di tutti coloro che ne avrebbero bisogno.

In questo contesto si pone il nuovo studio pubblicato dai ricercatori del King’s College London sulla rivista Nature Communications. Il team guidato dal Dr. Tamir Rashid ha identificato un nuovo tipo di cellula epatica staminale, chiamata Progenitore Ibrido Epatobilliare (HHyP), in grado di dare origine ad entrambi i tipi cellulari che costituiscono il tessuto del fegato adulto.

Il fegato è un organo complesso

Il fegato è un organo estremamente complesso sia dal punto di vista anatomico che da quello funzionale. Come in molti altri casi, la sua enorme importanza la si intuisce molto bene quando la sua funzionalità si riduce.

Quest’organo è composto da due tipi di cellule: gli epatociti e i colangiociti. Questi ultimi fungono da rivestimento per i dotti biliari e apportano modifiche importanti alla bile, sostanza necessaria per l’escrezione di sostanze tossiche ed essenziale per la digestione dei grassi nel duodeno.

Nell’immagine possiamo apprezzare il tessuto epatico al microscopio ottico. Si apprezza un vaso venoso nel centro, la cosiddetta vena centrolobulare, il grande numero di epatociti formanti il lobulo epatico e, negli angoli di un poligono immaginario si ritrovano gli spazi portali, che ospitano vasi venosi, arteriosi e dotti biliari.
© L’immagine è stata ottenuta grazie ad Histology Guide.

I compiti degli epatociti sono molto numerosi e tutti di estrema importanza. Basti pensare che tutto il sangue proveniente dall’intestino deve necessariamente transitare attraverso il fegato, dove viene depurato da eventuali sostanze tossiche. Gli epatociti sono inoltre i produttori della stragrande maggioranza delle proteine plasmatiche presenti in circolo, tra cui l’ albumina e le lipoproteine (HDL, LDL, ecc), e rappresentano i maggiori depositi di zuccheri, ferro, rame e vitamina B12 dell’organismo.

La nuova cellula identificata a Londra

Grazie ad una metodica chiamata “Sequenziamento dell’RNA di una singola cellula” (Single cell RNA sequencing) i ricercatori del King’s College London sono riusciti a mettere un altro tassello nella comprensione dello sviluppo embriologico del fegato. Sebbene siano numericamente molto meno presenti rispetto ai tipi descritti nel precedente paragrafo, queste nuove cellule hanno la potenzialità di aprire nuovi filoni di riceca molto interessanti.

Si tratta di cellule staminali bi-potenti, definite dagli stessi ricercatori Progenitori Ibridi Epatobilliari (HHyPs), in grado di dare origine sia ad epatociti che a colangiociti.

Per la prima volta abbiamo mostrato che cellule dal reale potenziale staminale possono esistere nel tessuto epatico umano. Questo potrebbe fornire un ampio range di appicazioni in medicina rigenerativa per il trattamento di diverse patologie epatiche, inclusa la possibilità di superare la necessità di un trapianto di fegato.

                                                                                                                                                            (Dr. Tamir Rashid)

L’importanza della scoperta

L’importanza della scoperta è ancora più evidente se si mettono in risalto i futuri obiettivi del team di ricerca.

Il Dr. Rashid, sul sito del King’s College, aggiunge:

Dobbiamo ora lavorare per scoprire in tempi brevi la ricetta utile a trasformare una cellula staminale pluripotente in una HHyP così da essere in grado di trapiantare solo queste cellule.

 

Nel più lungo periodo, inoltre, si potrebbe essere in grado di stimolare l’attività di queste cellule attarverso terapie farmacologiche creando la condizione in cui le cellule HHyP già presenti nel fegato del paziente siano in grado di rigenerare l’organo senza la necessità di alcun tipo di trapianto. In questo modo molte delle condizioni ad oggi trattabili esclusivamente con il trapianto di fegato potrebbero divenire molto meno porblematiche.

 

Fonti ed approfondimenti: