Si chiama Ethan Chappel il fortunato astrofilo che, dal Texas, ha filmato il momento esatto in cui un gigantesco meteorite è esploso durante l’ingresso nell’atmosfera di Giove, generando un lampo molto luminoso nella zona equatoriale del pianeta.
Il video del ragazzo, condiviso sul suo profilo Twitter, ha fatto il giro del mondo in un baleno facendo gola anche a diversi ricercatori che ne hanno trovato un’utilità (di cui parleremo più avanti nel testo).
Un fenomeno che non è raro considerata la forza attrattiva del gigante gassoso. Vi è addirittura uno studio del 1998 in merito che mette in luce come il tasso di impatti che avvengono su Giove (nella maggior parte dei casi, come questo, si tratta di meteoriti che si disintegrano nell’ingresso in atmosfera) è dalle 2.000 alle 8.000 volte superiore a quello che avviene in genere sulla Terra.
Nonostante l’alta frequenza, filmare un impatto di questo tipo resta piuttosto raro (prima di questo ci sono stati altri due filmati nel 2009 e nel 2010). Questo anche perché molto spesso avvengono dall’altro lato di Giove oppure perché, alcune volte, questi fenomeni passano inosservati (non tutti i bagliori sono così evidenti e luminosi).
Stupore e fascino a parte, un video dell’evento (registrato in tempo reale) può rivelarsi utilissimo per confrontare i fenomeni di questo tipo, come per esempio quello che vide protagonista la meteora di Chelyabinsk (2013), e capire qualcosa di più sulla natura degli oggetti che entrano in collisione col gigante gassoso osservando le variazioni luminose.
Ethan, in un’intervista rilasciata a “Science Alert”, ha confessato di non essersi accorto del fenomeno in tempo reale ma solo in seguito:
Credo che stavo guardando il cielo in cerca delle Perseidi quando è successo, quindi non ho visto il flash in tempo reale durante la registrazione. L’ho notato solo in seguito grazie a DeTeCt, un ottimo software sviluppato appositamente da Marc Delcroix per trovare ‘flash’ che potrebbero passare inosservati
È possibile che, considerato il bagliore, il meteorite possa essere “sopravvissuto” e che l’eventuale impatto abbia lasciato un cratere che può essere studiato per esempio dalla sonda Juno. Non ci resta che attendere e scopriremo presto, quanto meno, se c’è stato un impatto oppure no.
Foto: Immagini catturate dall’astrofilo Ethan Chappel (Twitter)