La Foresta Amazzonica è in pericolo. L’immagine del 13 agosto 2019, ottenuta nell’ambito del programma EOS (NASA’s Earth Observing System), conferma quanto dichiarato dal centro di ricerca spaziale brasiliano, il National Institute for Space Research (INPE), così come quella del satellite NOAA-20, divulgata dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (in alto): quest’anno gli incendi stanno bruciando la foresta amazzonica a ritmi preoccupanti.
Secondo l’INPE, che tiene sottocontrollo gli incendi dal 2013, la frequenza degli incendi registrata quest’anno è la più elevata e devastante mai registrata prima: ben 72.843 incendi dall’inizio dell’anno, un aumento di oltre l’80% rispetto allo scorso anno nello stesso periodo (gennaio-agosto).
La Foresta Amazzonica, come noto, viene da sempre identificata con l’appellativo di “polmone verde” e, non a caso, essa produce il 20% dell’ossigeno presente nell’atmosfera terrestre.
La sua presenza è fondamentale nel rallentare gli effetti del riscaldamento globale, ed è anche sede di innumerevoli specie di fauna e flora. Situata per circa il 65% del territorio in Brasile, si estende anche in altre 8 nazioni e cioè Colombia, Perù, Venezuela, Ecuador, Bolivia, Guyana, Suriname e Guyana francese. In parole povere, è grande circa la metà degli Stati Uniti ed è la più grande foresta pluviale del pianeta.
Le immagini e i video che circolano sui social network sono a dir poco drammatiche: giganteschi pennacchi di fumo emergono dal verde e linee di fuoco lasciano dietro di sé solo cenere.
La giornalista del New York Times, Shannon Sims, ha tweetato foto davvero impressionanti che riportiamo qui di seguito:
Ultimamente il fumo ha raggiunto San Paolo, ad oltre 1.700 miglia di distanza. Le immagini della città mostrano il cielo grigiastro e scuro, ricoperto da fumo e cenere.
Il programma satellitare dell’Unione Europea, Copernico, ha pubblicato una mappa che mostra il fumo degli incendi che si diffondono lungo tutto il Brasile sulla costa atlantica orientale: il fumo ha coperto quasi la metà dell’intero paese e si sta riversando nel vicino Perù, Bolivia e Paraguay.
Secondo l’INPE un’area grande come un campo e mezzo di calcio viene distrutta ogni minuto, ogni giorno. Su Twitter prende piede l’hashtag #ArmyHelpThePlanet, intanto attivisti e gente comune si stanno riversando contro il presidente Bolsonaro, accusandolo di aver allentato i controlli ambientali nel paese e di incoraggiare la deforestazione. Seguiranno aggiornamenti.