Primo fallimento del lanciatore VEGA: possibile sabotaggio?
Il Vettore Europeo di Generazione Avanzata, semplicemente conosciuto come VEGA, è un lanciatore satellitare in uso da Arianspace e sviluppato in collaborazione da ESA e ASI per la messa in orbita bassa (LEO – Low Earth Orbit) di piccoli satelliti (fino a circa 1500kg).
Un po’ di VEGA
L’orbita target dei satelliti lanciati da un VEGA è di tipo polare, ossia un’orbita che permette al satellite che la percorre di passare sopra entrambi i poli del corpo celeste attorno a cui ruota: essa ha dunque un’inclinazione di circa 90° rispetto all’equatore. Inoltre, i satelliti lanciati da questo vettore percorrono in particolare le orbite eliosincrone, che passano sui punti a terra alla stessa ora locale.
Il VEGA è un vettore a corpo unico o a propulsione in serie: non ha booster laterali ed i suoi stadi, a propellente solido, vengono accesi uno dopo l’altro non appena avviene la separazione del precedente.
Il progetto del lanciatore VEGA appartiene per il 70% ad Avio spa, che, dopo ben 14 lanci consecutivi con 100% di successo dal 2012, ha dovuto registrare il primo fallimento all’inizio della giornata di giovedì 11 luglio. Circa due minuti dopo il decollo dalla Guyana Francese, territorio europeo situato in Sud America a nord del Brasile e scelto come sito ufficiale del lanciatori Arianspace, il secondo stadio Zefiro 23 ha subito un’anomalia durante l’accensione, dopo la quale il razzo vettore VEGA è precipitato nell’Oceano.
Perchè si potrebbe parlare di sabotaggio?
Una commissione d’inchiesta è stata immediatamente riunita dopo l’incidente per accertare le cause di un tale fallimento, creata dall’Agenzia Spaziale Europea e richiedendo rappresentanti sia italiani che francesi.
Ma, poco dopo, è stata tirata in ballo un’indagine di tipo militare e condotta successivamente dai servizi segreti. A quanto pare, infatti, l’oggetto dell’indagine potrebbe essere un presunto sabotaggio a danno degli Emirati Arabi che, tramite il razzo vettore VEGA, stavano lanciando in orbita Falcon Eye 1, un satellite spia per individuare qualsiasi oggetto con un’altissima precisione.
Avrebbe potuto trattarsi di una svolta storica in ambito militare per gli Emirati Arabi, che avevano acquistato lo strumento per più di mezzo miliardo di Euro con l’ambizione di fotografare un’area di venti chilometri ed avere una definizione di settanta centimetri.
In attesa di chiarimenti sulla questione, ricordiamo che VEGA dovrebbe prossimamente lanciare anche il Falcon Eye 2, anch’esso costruito come il primo da Airbus Defense and Space. I sensori ottici che permettono una tale tecnologia sono invece forniti da Thales Alenia Space, sfiorando complessivamente una cifra di 800 milioni di Euro. La missione, prevista per il 10 settembre, resta in dubbio fin quando non saranno chiarite le cause dell’accaduto.
Fonti: www.astronautinews.it , www.larepubblica.it , www.theworldnews.net