Incendi: con Siberia e Amazzonia, anche l’Africa ma i motivi sono diversi
Incendi Africa: dopo Siberia e Foresta Amazzonica si aggiunge anche l’Africa che brucia da settimane ma iI motivi sono del tutto differenti
Non c’è solo la Siberia (prima) e la Foresta Amazzonica (dopo) ad essere in fiamme. Anche l’Africa brucia ma se ne sta parlando a riguardo solo di recente.
L’emergenza che ha messo in ginocchio i paesi africani, la peggiore degli ultimi 15 anni, sta andando avanti da alcune settimane, più esattamente dalla metà di luglio e stanno andando in fumo milioni di ettari di vegetazione.
Stesso destino per Africa e Amazzonia ma cause differenti
Il territorio africano interessato si estende dalla Repubblica Democratica del Congo fino all’Angola, quest’ultima ha preso distanze dai media chiedendo di non essere paragonata al Brasile per la negligenza dimostrata sull’Amazzonia.
“Seguiamo con molta attenzione, ciò che sta avvenendo anche in Africa”
Emmanuel Macron, presidente della Repubblica Francese nel corso del G7
L’Africa intanto continua a bruciare e le immagini satellitari divulgate dalla NASA mettono i brividi: una mappa mostra entrambi i continenti, divisi dall’oceano, condividere la stessa sorte, le fiamme.
Il presidente Macron intanto ha preannunciato interventi analoghi a quelli messi in campo per salvare l’Amazzonia. I motivi, tuttavia, sono ben diversi da quelli legati alla situazione della Foresta Amazzonica: a fine agosto l’Angola ha registrato 6902 incendi, la Repubblica Democratica del Congo 3395, mentre il Brasile 2127 e stando alle rilevazioni di Copernicus (programma europeo di osservazione della Terra) attualmente è la regione centrafricana a registrare la maggior parte di incendi di biomasse nel mondo.
Gli incendi sono riconducibili alle attività agricole e zootecniche, si tratta infatti di una tecnica denominata ‘taglia e brucia’ dovd il fuoco viene impiegato per ripulire vaste distese di foreste o savane, rigenerare pascoli e bruciare gli scarti delle terre coltivate il tutto per preparare il terreno alla prossima stagione.
Una situazione che desta comunque preoccupazione anche perché di tecniche all’avanguardia ve ne sono diverse, evitando di dover appiccare incendi. Seguiranno aggiornamenti.
Foto in alto: NASA