Cos’è l’infarto miocardico, la malattia che ha portato via il figlio di Marcos Cafu
Un grave lutto ha colpito la famiglia di Marcos E. de Moraes, meglio noto come Cafu o “il pendolino”, ex giocatore di Roma e Milan. Il figlio Danilo, di appena 30 anni, è stato colpito da un infarto miocardico che, nonostante gli sforzi del personale sanitario, non ha lasciato scampo al giovane.
Our @officialcafu has lost his son, Danilo. It's with a sad heart that we offer our deepest condolences to his family at this saddest of times 🙏
Marcos, in questo momento di profonda tristezza ogni rossonero è con te e la tua famiglia. Il nostro abbraccio va a voi 🙏
— AC Milan (@acmilan) September 5, 2019
Il ragazzo, il primo dei tre figli dell’ex difensore della nazionale Brasiliana, stava giocando nella casa di famiglia a San Paolo dove, dopo appena 10 minuti di attività e qualche palleggio si è accasciato a terra portando le mani al petto.
L'#ASRoma esprime cordoglio e vicinanza a Marcos Cafu e alla sua famiglia in questo momento di dolore
— AS Roma (@OfficialASRoma) September 5, 2019
Da subito la gravità del momento è stata palpabile. Poi la corsa in ospedale, purtroppo inutile. I medici non hanno potuto fare nient altro che constatarne il decesso.
L’infarto del miocardio: di cosa si tratta?
Le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte nel mondo, ed ogni anno circa 795mila persone sperimentano un attacco di cuore. In media, negli Stati Uniti, ogni 40 secondi una persona è colpita da infarto.
L’infarto acuto del miocardio è una comune patologia cardiaca data da una mancanza di afflusso di nutrienti al tessuto cardiaco. Questa situazione causa la morte delle cellule cardiache che non saranno più in grado di svolgere la loro funzione.
La mancanza di afflusso al cuore può verificarsi per diverse condizioni. La più frequente è il restringimento patologico delle arterie coronariche dovuto ad accumulo di materiale lipido, fenomeno conosciuto come aterosclerosi coronarica. Quando una placca ateromasica si forma c’è la possibilità che questa si rompa dando origine a trombi che andranno ad occludere vasi in funzione della loro dimensione.
In questa situazione il tessuto a valle del punto di occlusione non riceverà più nutrimento ed andrà incontro a morte.
Molto spesso, soprattutto se la diagnosi viene posta in ritardo il rischio è che il trombo responsabile dell’ischemia si sia già disciolto, dando così problemi interpretativi.
L’esito di un infarto acuto del miocardio è molto variabile. Si passa da piccoli infarti che non lasciano grosse sequele a casi importanti, come lo sfortunato Danilo de Moraes, in cui il danon è così severo da fermare l’attività cardiaca.
Quando sospettare un infarto?
I sintomi di un infarto acuto del miocardio più comuni sono quelli attribuibili alla sofferenza cellulare. Un forte dolore al petto, mal definibile, spesso indicato con la mano a pugno chiuso nella regione centrale del petto e descritto come un senso di pesantezza e un “dolore mai provato prima”, che può irradiarsi al braccio sinistro; un senso di irrequietezza e spavento dato da una situazione anomala e preoccupante, tachicardia, sudorazione algida.
Il verificarsi di queste situazioni devono essere campanelli di allarme che spingano verso una chiamata rapida al 118 nella speranza che il trattamento medico giunga in tempi utili a rivelarsi efficace.
Fonti ed approfondimenti:
AHA Journal: Heart Disease and Stroke Statistics—2019 Update: A Report From the American Heart Association;
Fondazione Veronesi: Infarto del Miocardio;