Nelle ultime ore le principali testate nazionali hanno dato per scontata una notizia, con un tono piuttosto allarmistico, basata sull’affermazione del ministro dell’ambiente giapponese Yoshiaki Harada, riguardante il versare acqua radioattiva di Fukushima nell’Oceano Pacifico.
Tanto per cominciare, al momento non è stato versato ancora nulla di radioattivo nel Pacifico e il Giappone non ha detto che lo farà. Si tratta “solo” di una possibilità, e c’è una grande differenza tra le due cose. Come riportato dal noto sito “Butac“, l’agenzia Reuters ne ha parlato più chiaramente e senza allarmismi: “Japan may have to dump radioactive water into the sea minister says”, vale a dire “Il Giappone potrebbe dover versare l’acqua radioattiva nel mare, sostiene un ministro”.
Come riporta Reuters:
“The government is awaiting a report from an expert panel before making a final decision on how to dispose of the radioactive water. Japan’s Chief Cabinet Secretary Yoshihide Suga, in a separate press briefing, described Harada’s comments as “his personal opinion”. Tepco was not in a position to decide what to do but would follow the policy once the government made a decision, a spokesman for the utility said. The utility says it will run out of room to store the water by 2022. Harada did not say how much water would need to be dumped into the ocean”.
In sostanza non è stata presa alcuna decisione a riguardo, fino al momento in cui pubblichiamo questo articolo, perché il governo è in attesa di un rapporto di un gruppo di esperti prima di decidere come smaltire l’acqua radioattiva senza contare che Yoshihide Suga, segretario di gabinetto, in una conferenza stampa separata, ha indicato i commenti del Ministero Harada come “la sua opinione personale”.
La Tokyo Electric Power Company (TEPCO) non può decidere cosa fare: si atterrà alla decisione politica dopo che il governo avrà fatto la sua scelta. L’azienda ha fatto sapere che finirà lo spazio per immagazzinare l’acqua entro il 2022.
Foto rappresentativa, crediti: atlasknowledge.com