L’ondata di acqua calda di qualche anno fa interessò l’area che si estende dalla penisola messicana della Baja California fino all’Alaska. Morirono 100 milioni di merluzzi, migliaia di uccelli marini e a decimarsi fu anche una popolazione di megattere. Inoltre, l’ondata di acqua sorprendentemente calda favorì la proliferazione di un’alga velenosa che uccise enormi quantità di plankton.
Oggi, si teme lo stesso. Basti pensare che gli oceani coprono più del 70% della superficie del nostro pianeta e contengono il 97% d’acqua presente sulla Terra: insomma, si tratterebbe di un vero e proprio disastro ambientale.
L’oceanografa Melissa Carter è tra i responsabili del monitoraggio della situazione attuale, in merito alla quale alcuni centri di allevamento come il SeaWorld hanno stabilito di rilasciare alcune specie, ad esempio i leoni marini, nei mesi a venire piuttosto che ora.
L’oceano è un elemento cruciale, maggiormente perché la sua presenza mantiene regolare il clima sulla Terra.
Afferma la Carter, che, tra le altre cose, si avvale dei dati provenienti da un laboratorio a Washington per misurare il livello di tossine presenti in acqua.
Questa macchia di acqua calda, infatti, cresce notevolmente ed ha circa le stesse dimensioni della precedente. A monitorarla sono anche dei sistemi messi a punto per lo studio di onde marine, che confermano che dal 1981 si tratta della seconda ondata di calore marina più grande mai registrata, e che, nuovamente, minaccia la biodiversità dell’Oceano.
La drasticità dell’evento sta proprio nel nome: “The Blob” (o Fluido Mortale) è un mostro protagonista di un film horror anni ’60 che, giunto sulla Terra da un mondo lontano, mangia tutto ciò che gli capita davanti. Un simile atteggiamento è stato registrato nel 2015 dall’anomala onda d’acqua calda che, con alte probabilità, si sta nuovamente abbattendo nell’Oceano Pacifico.
Tuttavia, gli studiosi lasciano aperto uno spiraglio per notizie positive: è anche possibile che il variare della temperatura possa far raffreddare la zona interessata, evitando il tragico evento già verificatosi qualche anno fa.
Fonti: www.scienzenotizie.it – www.cbsnews.com