Sembra proprio essere l’anno delle novità: è stato immortalato il processo di divoramento di una stella da parte di un buco nero! Ed è anche questa una “prima volta” che si aggiunge alle collezioni del 2019, che hanno visto la prima immagine di un buco nero elaborata dopo anni e anni di ricerche, la sua versione interattiva e, purtroppo, anche un primato negativo: il primo fallimento del lanciatore VEGA dopo una serie di lanci con il 100% di successo.
Il 21 gennaio 2019 la sonda TESS (Transity Exoplanet Survey Satellite) della NASA ha osservato come un buco nero distrugge una stella. Si è trattato di un evento che gli scienziati definiscono Tidal Disruption Event (TDE), causato dal fatto che la stella stesse transitando molto vicino all’oggetto cosmico. Come si evince dal video, la potentissima forza di gravità del buco nero ha dapprima deformato e distorto il corpo celeste, separando a livello molecolare tutti i suoi componenti: in sostanza, il buco nero ha reso la stella una scia di gas.
Crediti: NASA Goddard
Una parte di questi ha cominciato a transitare nel vuoto dell’universo dopo essere sfuggita alla forza di gravità. Un’altra, invece, ha intrapreso il suo cammino verso il punto di non ritorno: l’orizzonte degli eventi. Si tratta di un confine che gli scienziati hanno così chiamato per suddividere l’ignoto dal conosciuto, ed è un elemento caratterizzante propriamente i buchi neri: quel punto a densità infinita non permette a nulla di scappare.
E così è stato per i gas che componevano la stella, che dopo aver acquisito altissime velocità nella loro orbita attorno al buco nero, sono infine collassati in un disco di accrescimento prima di scomparire per sempre.
L’evento si è verificato per una stella che ha una massa pari a 6.3 milioni di volte quella del Sole, in una galassia lontana 375 milioni di anni luce da noi: avete letto bene, l’evento è accaduto circa 375 milioni di anni fa, ma la sua testimonianza è pervenuta a noi solo adesso!
TESS, che ha osservato la porzione di universo per più di un anno e che è stato il primo strumento a rilevare un tale fenomeno dopo che lo facessero anche gli osservatori a terra, ha ottenuto “le conferme che cercava” da parte dello strumento Swift, che ha rivelato una caduta di temperatura di quella zona pari a circa il 50% in un paio di giorni.
Si tratta del 5 TDE documentato fino ad ora, e per la primissima volta è stato diverso: sulla ricerca pubblicata su “The Astrophysical Journal”, infatti, gli astronomi dichiarano che un fenomeno di raffreddamento non si era mai verificato nella cattura di una stella da parte di un buco nero. Su questa novità, però, ancora non possono esprimersi perché è la prima volta che lo strumento Swift rileva informazioni di questo tipo. Nei TDE precedenti la zona raggiungeva un picco massimo di luminosità e temperatura.
Gli astronomi lo hanno imputato, con dubbia probabilità, al fatto che la galassia ospitante tale fenomeno fosse nata da poco, e quindi che fosse caratterizzata da valori instabili di temperatura e lucentezza.
Nelle galassie fenomeni simili hanno una frequenza che oscilla dai 10000 ai 100000 anni. Quindi, ancora una volta, si tratta di un valore aggiunto che gli scienziati collezionano nel loro bagaglio culturale per sapere sempre di più sui misteriosi quanto affascinanti buchi neri.
Fonti: NASA, sciencealert.com