La sonda Cassini ha testimoniato che Encelado è caratterizzato da composti organici sulla sua superficie. La missione fu straordinaria, e già nel 14 luglio del 2005, durante un fly-by del satellite, con la medesima missione si riuscì a mappare la superficie dello stesso mettendo in evidenza il mondo ghiacciato, dal motivo a mosaico, che si è formato nel corso del tempo.
Fu la prima volta che un satellite naturale potesse rivelare questa importante proprietà: anche così lontano, e in corpi così piccoli, vi sono evidenti tracce d’acqua che segnano visivamente la superficie dell’oggetto interessato.
Con il suo diametro di circa 500 chilometri, Encelado è la sesta luna più grande di Saturno. La scoperta sensazionale di acqua allo stato solido, nonché di tracce organiche sul satellite Encelado, fanno ben sperare gli scienziati e le maggiori agenzie spaziali che, volti sempre più verso gli studi sullo spazio profondo, ad oggi si domandano quanto possa essere possibile pensare di realizzare condizioni di adattamento ottimali su satelliti naturali piuttosto che sui pianeti.
Tra l’altro, l’immagine riprodotta grazie alla missione Cassini è sorprendente: bisogna solo fare attenzione e non confonderla con una foto vera e propria; è stata infatti realizzata con specifiche lunghezze d’onda nella porzione di spettro tra ultravioletto e infrarosso per mettere in evidenza le fratture create dal passaggio dell’acqua in un’epoca ormai lontana.
Costantemente alla ricerca della vita, gli scienziati affermano sempre che dove vi è acqua, vi è vita. E non si sbagliavano: già qualche anno fa Encelado era stato un corpo celeste nel mirino di astrobiologi e astrochimici per la sua capacità di ospitare dei composti organici (a base di carbonio) dalle dimensioni di circa cinque atomi di carbonio.
Oggi, sul Monthly Notices of the Royal Astronomical Society i ricercatori affermano di aver rilevato composti organici complessi dell’ordine di circa 15 atomi di carbonio.
Si tratta della prima volta in assoluto in cui viene testimoniata la presenza di composti organici complessi su un pianeta extraterrestre ospitante anche acqua.
Afferma Frank Postberg in un’intervista per space.com, geologo planetario attivo nello studio del satellite Encelado.
La sonda Cassini, circumnavigando Encelado attraverso una nube di polveri, fu in grado di catturare del materiale e inviarne le informazioni a terra; inoltre, durante un suo passaggio vicinissimo agli anelli di Saturno essa acquisì delle informazioni da questi ultimi, che sono tra l’altro formati anche da residui di ghiaccio che si staccano da Encelado e vengono assorbiti dalla fortissima gravità del pianeta.
In realtà, Postberg afferma che i composti organici rilevati nell’anello E di Saturno sono, con molta probabilità, risultato di azioni chimiche innescate dal calore del sole sulla superficie di Encelado, e che non provengano direttamente da un’attività del satellite in sé.
Gli scienziati infatti si esprimono con cautela su questa scoperta, che non può ancora essere annunciata come “testimonianza di vita sulla luna di Saturno”, ma fanno osservare che sicuramente i composti organici complessi presenti nella nube che avvolge il satellite Encelado e negli anelli di Saturno non sono una casualità.
Per il 2022 sono previste le missioni Europa Clipper e JUICE, frutto di una collaborazione tra NASA ed ESA e dirette verso Europa e Ganimede, le due lune ghiacciate di Giove. Chissà quali sorprese ci aspettano nell’esplorazione delle misteriose terre ghiacciate dei satelliti naturali ai confini del sistema solare!
Fonti: www.space.com – www.sci.esa.int