Dopo l’assegnazione a Peter J. Ratcliffe, William Kealin e Gregg L. Semenza avvenuta ieri per gli straordinari traguardi raggiunti nel campo della Medicina, sono stati resi noti oggi a Stoccolma i nomi dei vincitori del premio Nobel per la Fisica 2019.
James Peebles, Michel Mayor e Didier Queloz hanno ricevuto il prestigioso riconoscimento “per i contributi utili alla comprensione dell’evoluzione dell’universo e del posto della Terra nel cosmo”. Nello specifico, una metà del premio è andata a Peebles, “per le sue scoperte teoriche in cosmologia fisica” mentre l’altra metà è stata equamente assegnata a Mayor e Queloz “per la scoperta di un esopianeta in orbita intorno ad una stella di tipo solare“.
James Peebles è nato il 25 Aprile 1935, a Winnipeg, in Canada ed è professore emerito presso il Dipartimento di Fisica dell’Università di Princeton. Laureatosi all’Università di Manitoba, ha conseguito il dottorato sotto la guida di Robert Dicke, divenuto poi suo mentore.
All’inizio della sua carriera, nei primi anni ’60, vi erano ancora poche prove a sostegno della teoria del Big Bang. Poi, nel 1965, Arno Penzias e Robert Wilson scoprirono il fondo cosmico a microonde (CMB), la radiazione elettromagnetica che rappresenta il residuo dell’esplosione primordiale. Come ha ricordato Peebles, Robert Dicke lo invitò allora a pensare alla teoria sulla quale si basava tutta l’evoluzione dell’universo e da quel momento non ha più smesso. Intervenuto telefonicamente alla cerimonia, il nuovo premio Nobel ha dichiarato che
È affascinante avere delle prove molto chiare che dimostrano come il nostro universo si sia esteso partendo da uno stato caldo e denso. Ciononostante, la materia oscura e l’energia oscura restano elementi misteriosi. Abbiamo fatto grandi progressi ma ci sono molte domande ancora senza risposta“.
Michel Mayor è nato in Svizzera, a Losanna, il 12 Gennaio 1942 ed attualmente è professore di Astronomia all’Università di Ginevra. Didier Queloz, anche lui svizzero, è nato nel 1966 e si è laureato in Fisica, specializzandosi poi nel 1992 in Astronomia e Astrofisica.
Dopo aver studiato intensamente la Via Lattea alla ricerca di pianeti esterni al Sistema Solare, nel 1995 i due astronomi scoprono il primo esopianeta, distante 50 anni luce, nella costellazione di Pegaso. 51 Pegasi b, questo è il suo nome, orbita intorno ad una stella di tipo solare e fu scoperto dall’Osservatorio di Haute-Provence (Francia). Da quel momento, grazie al loro lavoro, l’astronomia moderna sta concentrano i suoi sforzi nella ricerca di pianeti che potrebbero ospitare altre forme di vita.
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