Solar Orbiter e il suo viaggio verso il Sole
Dopo una serie di test ambientali avvenuti pochi giorni fa in Germania, la sonda Solar Orbiter dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) è pronta per il lancio: giovedì 31 ottobre 2019, molto prima di quanto previsto, il satellite sarà approdato al Kennedy Space Center della NASA, in Florida.
La sonda dovrà affrontare un lungo viaggio, dapprima condotto tramite un aereo cargo fino alla Shuttle Landing Facility per poi essere trasportato a Titusville per gli ultimi test funzionali; dopodichè, Solar Orbiter sarà incapsulato all’interno di un Launch Alliance Atlas 5 rocket pronto per essere messo in orbita.
La Brexit potrebbe alterare la timeline della missione
Tim Dunn, il direttore di lancio NASA della missione di Solar Orbiter ha dichiarato che il decollo è fissato per il 5 Febbraio a partire dalle 23:30, con una finestra di lancio di due ore.
Tuttavia, poiché il satellite è stato realizzato a Stevenage, a nord di Londra, da Airbus Defense and Space, il direttore dei programmi scientifici in ESA Günther Hasinger fa sapere che i managers della missione hanno deciso che Solar Orbiter deve lasciare Stonange prima dell’uscita dell’Inghilterra dall’Unione Europea, fissata appunto il 31 ottobre.
Fino a giovedì non è possibile sapere cosa accadrà all’Inghilterra in termini di affari, e se la Brexit sarà così drastica da provocare disagi tra le nazioni che cooperano con il Regno Unito; infatti, alcuni hardware sono prodotti lì e si sta provvedendo al loro raggiungimento del satellite il prima possibile. Quel che è certo è che il Regno Unito resterà un paese membro dell’Agenzia Spaziale Europea qualunque sia l’esito della giornata di giovedì.
La missione Solar Orbiter
Una volta entrata in orbita terrestre, la sonda beneficerà del cosiddetto gravitational assist grazie ad alcuni flybys che avverranno tra Terra e Venere: si tratta di alcune manovre orbitali per utilizzare il minor sforzo propulsivo possibile e sfruttare lo scambio tra energia cinetica e potenziale per poter immettersi in un’orbita diversa.
Nel 2022 è prevista l’entrata di Solar Orbiter, che lavorerà in sincronia con il Parker Solar Probe della NASA per effettuare misurazioni su venti e tempeste solari causati dai brillamenti solari, in un’orbita interna a quella di Mercurio.
“Sicuramente Solar Orbiter è una sonda unica nel suo genere. Andrà molto vicina a Parker Solar Probe, ma, oltre ad effettuare misurazioni come la sonda NASA, che è ancora più vicina al sole, effettuerà delle osservazioni in condizioni estreme. Parker Solar Probe può infatti soltanto effettuare misurazioni di dati provenienti dal sole, mentre Solar Orbiter lo guarderà direttamente attraverso sei strumenti; l’operazione è molto delicata: si raggiungeranno i 600° Celsius, sarà come stare in un forno per le pizze!”
dichiara Hasinger. La sonda Parker Solar Probe, che invece transita molto più vicina al sole, non potrebbe mai essere equipaggiata con tale strumentazione, che raggiungerebbe condizioni eccessivamente estreme.
Hasinger annuncia inoltre un’altra importante novità della sonda che presto partirà per il sole:
“Un’altra importante novità è che per la prima volta in assoluto una sonda sarà in grado di mappare i poli del sole, che aiuteranno a svelare alcuni dei più grandi punti interrogativi riguardanti il campo magnetico e i brillamenti solari, le cui maggiori informazioni, secondo alcuni scienziati, sono da ricercare proprio nei poli.”
Infatti, l’orbita di Solar Orbiter avrà un’inclinazione rispetto a quelle dei pianeti attorno al sole, e questo permetterà di coprire i poli e le zone finora inesplorate della nostra stella.
Fonte: www.spaceflightnow.com