Si chiama Liang Wudong, 62 anni, in prima linea per assistere i pazienti contagiati all’ospedale Hubei Xinhua. L’uomo è venuto a mancare sabato 25 gennaio, dopo essere stato infettato dal coronavirus; a riferirlo è la China Global Television Network.
Wudong non è l’unico: come riportato dal The Guardian infatti, vi sarebbe anche un altro medico cinese tra le vittime: Jiang Jijun, che ha subito un arresto cardiaco mentre assisteva pazienti infetti dal virus. Tuttavia, nel caso del dottor Jijun però, non è chiaro se sia morto per sfinimento o perché contagiato.
Il coronavirus viene trasmesso per vie respiratorie da umano a umano, in caso di contatti stretti. Oltre la Cina è stato rilevato anche in altri paesei come Giappone, Tailandia, Corea del Sud, Stati Uniti, Francia, Vietnam, in tutti i casi in soggetti provenienti dal territorio cinese.
Le cifre ufficiali di decessi e contagi del Coronavirus, al momento, sono di 41 morti e 1.300 infetti. Le autorità sanitarie cinesi stanno intensificando gli sforzi per impedire un’ulteriore diffusione: blindate 18 città cinesi, tra cui Wuhan (11 milioni di abitanti), Huanggang (6 milioni di persone), Chibi (circa mezzo milione di abitanti) e Xianning (2,5 milioni di abitanti).
Secondo la testimonianza di un’infermiera, che sostiene di lavorare nell’ospedale di Wuhan e la cui denuncia arriva tramite un video social, i numeri sarebbero ben diversi da quelli del governo.
“Oltre 90mila persone sono state contagiate. Aiutateci, attualmente le nostre risorse non sono sufficienti” – l’appello della donna.
Intanto si sta già lavorando al vaccino: secondo quanto dichiarato in una conferenza stampa da Xu Wenbo, ricercatore del Centro di prevenzione e controllo delle malattie della capitale cinese, “è stato isolato il primo ceppo del virus“. Gli scienziati hanno iniziato ad identificare gli agenti patogeni, utilizzando la tecnica del sequenziamento ad alto rendimento.
Seguiranno aggiornamenti.
Foto: Providers(s): CDC/Dr. Fred Murphy – This media comes from the Centers for Disease Control and Prevention’s Public Health Image Library (PHIL)