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L’osservazione astronomica amatoriale e l’importante contributo dato dai “dilettanti”

astronomia amatoriale

Foto di Yuting Gao da Pexels

Quando si sente parlare di astronomia, spesso e volentieri si è portati subito a pensare ai grandi telescopi ottici o alle installazioni come il Very Large Array situato nel deserto del New Mexico, negli USA; molti la considerano una scienza estremamente difficile, costituita prevalentemente da complessi calcoli matematici e fisici, e in buona parte è vero.
Quel che non tutti sanno, però, è che tra tutte le scienze note l’astronomia è una delle poche in cui i semplici dilettanti e gli appassionati astrofili giocano un ruolo di primaria importanza, offrendo un contributo di estrema importanza.

L’astronomia amatoriale

Il limite che le generazioni moderne hanno nella comprensione del fascino esercitato dal cielo notturno, purtroppo, è dovuto al fatto che ormai viviamo in città sempre più grandi, dove l’inquinamento luminoso è tale da azzerare la visibilità a occhio nudo delle stelle anche durante le notti in cui le condizioni atmosferiche sono più favorevoli, e il cielo è terso e sgombro di nuvole. Per poter apprezzare la bellezza del cielo stellato, quindi, diventa necessario spostarsi fuori città, preferibilmente in zone remote e collinari; a queste condizioni infatti, già a occhio nudo è possibile osservare anche le stelle meno brillanti.

Questo è il regno dell’astronomia amatoriale, praticata da ricercatori non professionisti che vengono comunemente definiti astrofili; pur essendo privi della qualifica professionale di astronomi, infatti, questi appassionati si dedicano con una costanza che spesso i professionisti non sono in grado di mantenere a causa dell’elevatissimo numero di oggetti da sorvegliare.

Per facilitare la ricerca e sensibilizzare altri potenziali appassionati, quindi, gli astrofili tendono a formare delle associazioni, che spesso lavorano a stretto contatto con astronomi o astrofisici professionisti, i quali ne coordinano le attività sia per quanto riguarda il lavoro di osservazione sia quello di divulgazione astronomica.

Il contributo offerto dagli astrofili è prezioso infatti, come dimostrano anche le ultime scoperte nel campo specifico della ricerca degli esopianeti, e spesso capita addirittura che nelle riviste scientifiche del settore siano pubblicati degli articoli scritti da questi “astronomi dilettanti”.

La strumentazione necessaria

Per muovere i primi passi in questo mondo a dir poco affascinante, e che con un po’ di sacrifici e fortuna può riservare grandissime soddisfazioni a livello scientifico anche a coloro che sono privi di formazione accademica, è necessario dotarsi di un minimo di strumentazione, ottica o fotografica.

Molti iniziano acquistando un semplice binocolo o cannocchiale per osservazioni terrestri; molti di questi strumenti, infatti, se posizionati su un treppiede possono dare l’opportunità di osservare la Luna con buoni livelli di ingrandimento e dettaglio. Spesso si parte proprio dalla curiosità di ammirare più da vicino il nostro satellite naturale e i pianeti, come Venere e Marte, per poi spostarsi su oggetti situati a distanze sempre maggiori, nello spazio profondo.

I telescopi ottici sono gli strumenti più utilizzati ovviamente, sia i modelli rifrattori sia riflettori; in alcuni casi, poi, sono gli astrofili stessi a costruire la propria attrezzatura. Per un principiante che si avvicina per la prima volta a questo mondo, però, è consigliabile acquistare un buon telescopio amatoriale: ecco un esempio dei vari modelli che è possibile trovare in commercio, dai telescopi rifrattori più economici fino a quelli professionali, dotati di motori e computer.

L’astrofotografia

Un altro campo di interesse degno di nota, collegato sempre all’astronomia amatoriale, è quello dell’astrofotografia. Anche in questo caso, infatti, questa “disciplina” si è rivelata di estrema importanza grazie al contributo fondamentale che ha dato all’astronomia, soprattutto nella ricerca di comete, asteroidi, sciami meteoritici e supernovæ.

L’astrofotografia è una branca specifica della fotografia che ha come soggetto i corpi celesti e il cielo notturno nel suo insieme, e se praticata con passione può riservare grandi soddisfazioni, come dimostrano appunto i prestigiosi riconoscimenti Apod e Epod, il primo istituito dall’agenzia spaziale americana NASA e il secondo dalla USRA, l’associazione delle università americane per le ricerche spaziali.

Al primo impatto l’astrofotografia può sembrare complicata e soprattutto costosa, infatti è obbligatorio usare obiettivi specifici e un treppiedi dotato della montatura equatoriale, come quella usata di solito per i telescopi. Una delle alternative possibili è rappresentata dall’uso di uno speciale anello adattatore, grazie al quale è possibile collegare il corpo macchina direttamente al telescopio, usando quest’ultimo al posto dell’obiettivo.

Ultimamente, però, è in crescita il numero di appassionati che riescono a ottenere risultati incredibili usando delle semplici fotocamere reflex amatoriali dal costo economico, modificando il sensore privandolo del filtro deputato a bloccare la gamma dello spettro infrarosso.

Una volta eseguita questa modifica, infatti, basta equipaggiare la fotocamera con un qualsiasi obiettivo con lunghezze focali da 20 a 100mm, oppure da 18 a 135mm, e fissarla a un treppiedi dotato di montatura equatoriale per essere in grado, con le giuste condizioni atmosferiche, di scattare fantastiche foto a nebulose e ammassi stellari.