Richard Feynman, il fisico teorico con gli occhi da bambino
Uno degli scienziati più famosi e irriverenti del XX secolo fu Richard Feynman, fisico statunitense, famoso per la sua grande abilità nello spiegare in maniera semplice concetti complicatissimi e, soprattutto, per la sua ironia. Feynman non era solo un brillante fisico teorico, ma molto di più.
Chi era Richard Feynman?
Nato nel 1918 nel quartiere Brooklyn di New York, Feynman dimostrò fin da piccolo una profonda attitudine all’apprendimento. Da bambino, era in grado di memorizzare in pochi secondi nozioni astruse che trovava nei libri di scuola. Anche grazie all’aiuto del padre, Feynman anticipa gli studi avanzati, realizzando di avere capacità fuori dal comune. Egli stesso racconta che a 11 anni conosceva perfettamente dal punto di vista tecnico il funzionamento di una radio e che a 15 maneggiava senza troppe difficoltà il calcolo differenziale.
La laurea e il Progetto Manhattan
Feynman condusse i suoi studi presso il Massachusetts Institute of Technology (MIT) e completò il dottorato a Princeton, dopo aver rifiutato una prestigiosa borsa di studio ad Harvard. Ben presto fu chiamato dal Governo americano a prendere parte al team di scienziati del Progetto Manhattan. Il ruolo di Feynman era di supporto e computazione, affiancando il team di scienziati di Los Alamos, capeggiati dal grande fisico Enrico Fermi.
Il periodo brasiliano
Negli anni Cinquanta, stufo di lavorare al California Institute of Technology, lo scienziato decide di trasferirsi a Rio de Janeiro, buttandosi in una nuova esperienza. Il suo unico obiettivo è quello di invogliare i giovani brasiliani allo studio della fisica. Da qui nasce la sua eterna lotta contro l’apprendimento mnemonico, considerato il peggior nemico della scienza da parte di Feynman. Egli sosteneva che solo l’immaginazione e la curiosità, insieme all’apprendimento, costituissero le chiavi per le porte del sapere scientifico.
Oltre all’attività accademica, Feynman si dedicò alla vita pittoresca di Rio: imparò a suonare il bongo e a ballare la samba. Partecipò perfino al Carnevale di Rio, rigorosamente in maschera verdeoro. Questo suo modo di fare lo rese sicuramente anticonvenzionale agli occhi dei suoi colleghi, che avevano un’altra concezione della vita.
Il nobel
Nel 1965 Feynman ricevette il premio Nobel per la sua teoria dell’elettrodinamica quantistica, un ambito innovativo della fisica teorica. Tuttavia, egli non amava le premiazioni e le cerimonie, né tantomeno vedeva di buon grado ricevere un premio per qualcosa a cui si dedicava sua sponte, senza aver bisogno di prestigiosi riconoscimenti. In un’intervista alla BBC, Feynman dichiarò:
Non vedo per quale motivo qualcuno dell’Accademia Svedese debba decidere se questo lavoro sia abbastanza nobile da ricevere il premio. Il premio l’ho già ricevuto. Il premio è il piacere della scoperta, il contributo alla ricerca, il fatto che la gente usa il mio lavoro. Sono queste le cose reali. Le onorificenze non sono reali, secondo me. Non credo nelle onorificenze.
Feynman, il rivoluzionario
In virtù della sua personalità, Feynman fu un fisico diverso da quelli a cui ci ha abituato la storia della scienza. Era solito fare gli scherzi ai suoi colleghi, raccontava le barzellette ai suoi studenti durante le lezioni, e cercava sempre di presentare gli argomenti in modo tale che potessero essere capiti anche dai non addetti ai lavori. Il suo obiettivo non era quello di inculcare a forza la materia nella mente dei giovani, bensì quello di farli appassionare quanto più è possibile alla ricerca teorica.
Feynman non aveva remore nell’attaccare persino le cosiddette scienze umanistiche e sociali. Egli non le riteneva vera scienza, ma piuttosto era sicuro fossero fondate su pregiudizi soggettivi, non basati su alcun metodo di ricerca scientifico-matematica.
D’altro canto, a Feynman non interessò mai l’applicazione pratica della fisica, che pur riteneva interessante. Egli si dedicava alla fisica per il solo gusto di scoprire nuove leggi e nuove proprietà. Passò alla storia la sua frase a riguardo:
La fisica è come il sesso: non c’è dubbio che facendola si ottengano dei risultati pratici, ma non è per quello che la si fa.
Il lascito
Feynman morì nel 1988, dopo una lunga malattia. Ma il suo contributo rimane vivo tutt’oggi, grazie ai suoi preziosi libri. Il primo su tutti è The Feynman Lectures on Physics. Si tratta di un trattato sterminato, in cui il fisico riesce a spiegare in maniera sintetica e rigorosa tutti i concetti della fisica classica e di quella moderna. Si passa dal moto armonico alla rifrazione, dalla legge di Stokes alla relatività di Einstein. Il tutto spiegato con una semplicità disarmante, rispetto agli approcci tradizionali, spesso contorti e oscuri.
Richard Feynman fu senza dubbio uno dei più grandi fisici e divulgatori scientifici del secolo scorso, e continua ancora oggi a influenzare la comunità scientifica americana e non solo, con l’augurio che gli scienziati del futuro assorbano da lui non solo le nozioni teoriche, ma anche il saper vivere la vita con occhi fanciulleschi.