Gli specialisti sono di nuovo in allerta per i nuovi numeri a rialzo che si stanno registrando fra contagi e focolai di Covid-19 in tutto lo Stivale. Dall’inizio delle vacanze infatti, fra redini allentate e ferie, pare che in molti si siano lasciati andare sulla questione della prevenzione. Immediate le conseguenze.
La leggerezza che molte persone stanno adottando nei confronti del Covid-19 sta portando risultati del tutto negativi. Primo fra tutti, la scarsa possibilità di identificazione degli infetti. Sostanzialmente, allo stato attuale non è possibile identificare i contagiati che hanno trasmesso, stanno trasmettendo, e trasmetteranno l’infezione. Abbiamo un pull di “mine vaganti” che sta trasmettendo Coronavirus inconsciamente. Nella settimana corrente, su 1341 nuovi casi, il 38% è di origine sconosciuta. I nuovi focolai sono poi 120, il che equivale a un aumento di undici volte rispetto alla settimana precedente. In particolare ha fatto scalpore il caso di Savona, dove per il “focolaio del sushi” si è dovuto ricorrere al tempestivo isolamento di ben 1600 persone. A Roma invece i dati oscillano in maniera poco rassicurante, anche per quanto riguarda l’attendibilità degli stessi dati. Parliamo dei 300 nuovi contagi ieri, dai quali si è passati ai 252 di oggi 25 luglio 2020.
Tecnici e addetti al monitoraggio ribadiscono oramai da giorni, quanto la situazione possa diventare critica se si continua di questo passo. Fra movida incontrollata e positivi dall’estero infatti, si tende a rispettare sempre meno distanze e obbligo di mascherina, rendendo molto difficile la vita a chi cerca di contenere l’emergenza. Ammonimenti e avvisi a quanto pare non sono molto efficaci, ed il sistema di testing-tracking-tracing Covid-19 fa acqua da tutte le parti, a causa di un’ adeguata collaborazione da parte dei cittadini. Nelle prossime settimane si potrebbero dunque verificare situazioni davvero critiche, con una possibile inversione di tendenza, in negativo. È anche importante ricordare che gli addetti al controllo della situazione calano ancora. Infatti, se in Veneto è disponibile 1 operatore ogni 10mila abitanti, in regioni come Emilia-Romagna, Campania e Lombardia si scende sotto lo 0,5. In tutta Italia gli addetti all’iter di testing-tracking-tracing sono solo 9mila!
Purtroppo l’irresponsabilità è dilagante e non risparmia nessun settore della Penisola. Da nord a sud i focolai attivi e conosciuti sono 655 in totale. In cima alla classifica la Lombardia, dove se ne contano 433, seguita dall’ Emilia-Romagna che registra una nuova impennata di contagi portandosi a 92 focolai. In quest’ultimo caso, la rapida risalita del numero di pazienti affetti da Covid-19, è anche dovuta ad uno strano rallentamento nelle guarigioni. Per quanto riguarda i ricoveri, quelli in condizioni ordinarie si portano a 731 totali, cioè un +18 unità. Dall’altra parte, fra i dati positivi registriamo un calo di 5 unità nei ricoveri in terapia intensiva, che si portano a 41 in tutto lo Stato. Abbiamo poi la Lombardia che segna il secondo giorno senza decessi. Il taguardo lombardo è poi accompagnato da un valore di decessi totali fra i più bassi dall’inizio dell’epidemia, che si attesta sulle 5 unità.
Il report di Iss e ministero della salute per il periodo 13-19 Luglio 2020 evidenzia una quota di regioni da controllare in risalita, si passa infatti da 6 a 9. Friuli, Liguria, Emilia-Romagna, Veneto, Toscana, Umbria, Puglia, Sardegna e Sicilia sotto la lente degli esperti. L’Rt a livello nazionale è poco sotto la soglia di “sicurezza” di 1, ma in Veneto, in Emilia, in Liguria, a Bolzano, siamo di nuovo sopra quell’agognato livello. È quindi chiaro che se da un lato giungono notizie confortanti, abbassare ulteriormente la guardia potrebbe causarci numerosi problemi in vista della stagione autunnale. È necessaria una maggior consapevolezza da parte dei cittadini, in vista di un futuro che può dirsi ancora abbastanza incerto.
Ieri, 24 luglio 2020, al netto dei nuovi dati il ministro Speranza si è visto costretto ad emanare una nuova ordinanza restrittiva per i cittadini provenienti dall’estero. Romania e Bulgaria stanno infatti affrontando uno dei periodi più critici nella lotta contro il Covid-19. Si è quindi deciso per una quarantena obbligata per chi vi ha soggiornato negli ultimi 14 giorni e rientra in Italia. Il tutto era già stato preannunciato nello scorso summit di governo. Con il ministro degli Esteri già si erano varate misure restrittive nei confronti di tutti i Paesi extra-Eu ed extra-Schengen. Anche il viceministro della Sanità Silieri esprime perplessità sul raggiungimento del “contagio 0″ in una situazione come quella attuale, dove al virus è permessa una silente circolazione.