Brucellosi: fuga batteriologica in Cina, oltre tremila infetti
Il fatto: la fuoriuscita della brucellosi dal laboratorio
Il fatto risale al periodo di luglio-agosto 2019, in un laboratorio dell’impianto biofarmaceutico di Lanzhou, Cina. Questi tipi di laboratori si occupano di produrre e testare vaccini di vario genere. Nel caso in questione, si stava trattando il vaccino contro la brucellosi, una patologia che affligge il bestiame. Nel laboratorio è stato usato un disinfettante scaduto, che ha portato ad un sterilizzazione fallace, cioè alla sopravvivenza del batterio. Quest ultimo è poi stato veicolato per via aerea fino all’Istituto di ricerca veterinario attiguo. Siamo quindi davanti a un caso di negligenza in ambiente a rischio. A queste condizioni, e in mancanza di materiali innovativi in grado li limitare i contagi, le conseguenze possono essere davvero disastrose, se si ha a che fare con materiale ad alto rischio.
Tremila contagi, revoche e risarcimenti
Secondo le autorità di Lanzhou, l’incidente in questione ha portato al contagio di 3245 persone, seppur non sia stato osservato nessun caso di trasmissione uomo-uomo. Sostanzialmente infatti, la brucellosi non è contagiosa fra gli esseri umani, ma può comunque causare forti disagi. Se i sintomi della fase iniziale sono quelli di una febbre acuta, col passare dei giorni questi possono progredire in uno stato di febbre cronica, accompagnata da dolori simil-influenzali, per un periodo di circa 2/3 settimane. Ai contagiati verrà perciò riconosciuto un risarcimento, mentre allo stabilimento è stata revocata la licenza per la produzione di quello specifico vaccino.
Brucellosi, dal bestiame all’uomo
la brucellosi è una malattia infettiva veicolata dai Brucella sp, batteri gram negativi. In particolare può essere trasmessa all’essere umano dai bovini (B.abortus), da ovini e caprini (B.melitensis), dai suini (B.suis) e, molto raramente, dai cani (B.canis). Di norma le classi più patogene sono B.melitensis e B.suis.
Diffusione e categorie a rischio
La brucellosi è abbastanza diffusa nelle zone rurali, e costituisce malattia professionale per i professionisti e gli operatori del settore zootecnico, oltre che per i tecnici di laboratorio biologico. Nel mondo, la brucellosi ha attecchito maggiormente in Medio Oriente, America Centrale e in alcune zone mediterranee. È invece rara in USA, Europa e Canada.
Trasmissione
Il principali metodi di trasmissione della brucellosi sono il contatto diretto con secrezioni/deiezioni di animali infetti e l’ingestione di alimenti contaminati crudi o poco cotti. Se il contagio uomo-uomo è rarissimo, non lo è invece quello per via aerea, alla base del caso in esame in Cina.
Trattamento della brucellosi
Di norma la guarigione da brucellosi acuta impegna 2/3 settimane anche senza terapia farmacologica, purché non vi siano complicazioni. Vi possono essere decorsi complicati, come il progresso verso forme subacute, intermittenti o croniche, con possibile allettamento. Il trattamento farmacologico comprende due antibiotici: doxiciclina e gentamicina/streptomicina/rifampicina, la terapia è combinata di modo da ridurre l’alto tasso di recidiva. All’occorrenza si utilizzano analgesici per i forti dolori muscolari, soprattutto a livello della colonna. È anche possibile si sviluppi endocardite, in questo caso oltre alla terapia antibiotica è necessario l’intervento chirurgico. Dato l’alto tasso di recidiva -fino al 15%– è comunque necessario che il medico segua il paziente per circa un anno, ripetendo anche i titoli sierologici.
Terrorismo biologico
La possibilità di contrarre la brucellosi inalando aerosol di materiale infetto rende il batterio responsabile, un potenziale agente di terrorismo biologico. Questo significa che potrebbe esser utilizzato per scopi ostili, ovviamente vietati. Nel XX secolo, molte potenze mondiali hanno stoccato, in periodi di potenziale conflitto, materiale biologico per questi scopi. La ricerca per irrobustire tali ceppi e renderli farmacoresistenti non si è mai fermata, soprattutto da parte di gruppi terroristici vari, più avvezzi all’impiego di questo tipo di armi. Infatti la liberazione dell’agente contaminante può essere attuata senza particolari clamori.
Classificazione delle armi biologiche
I CDC, Centers for Disease Control and Prevention, hanno stilato un lista di priorità che include gli agenti biologici e le tossine potenzialmente utilizzabili per il terrorismo biologico. Gli organismi più pericolosi rappresentano la “categoria A” ed hanno i seguenti tratti:
- Possono essere facilmente diffusi e/o trasmessi tramite i contatti interpersonali
- Hanno un elevato tasso di mortalità e morbilità, e se diffusi comporterebbero un notevole impatto sulla salute pubblica e sul sistema sanitario nazionale
- Se diffusi, possono scatenare il panico e mettere in crisi la popolazione
- Richiederebbero azioni speciali da parte delle autorità sanitarie e non, se diffuse
In quella che è appunto la categoria di agenti biologici più pericolosi, troviamo: l’Antrace, il botulismo, la peste, il vaiolo, la tularemia e le febbri emorragiche virali (classe comprendente l’Ebola).
La Brucellosi e la “categoria B”
Subito dopo la “categoria A”, troviamo la “categoria B” ad indicare quegli agenti patogeni mediamente pericolosi per la salute pubblica. Le principali caratteristiche degli esponenti di questa classe sono:
- Moderata facilità di diffusione
- Bassi tassi di mortalità e morbilità
- Se diffuse, richiedono un impegno moderato da parte delle autorità sanitarie
Rientrano in questa categoria la brucellosi, la tossina Epsilon, la salmonella, l’escherichia coli e le altre minacce per la sicurezza alimentare, il glanders, la melioidosi, la psittacosi, la febbre Q, l’encefalite virale, la tossina di ricina, l’enterotossina stafilococcica B e le varie minacce per la sicurezza idrica.
Categoria C: malattie infettive emergenti
La terza priorità è assegnata alla “categoria C“, che comprende le malattie emergenti, potenzialmente progettabili per una futura diffusione di massa, a causa delle loro caratteristiche intrinseche. Si caratterizzano infatti per elevata disponibilità, facilità di produzione e diffusione e potenziali alti tassi di morbilità e mortalità. Sono esponenti della categoria il virus Nipah e l’hantavirus.
Conclusioni
La negligenza degli operatori del laboratorio di Lanzhou rappresenta un episodio non comune, evitabile, che in questo caso non ha avuto conseguenze particolarmente critiche per gli infettati ed il sistema sanitario nazionale. Tuttavia, i laboratori biologici dove si manipolano virus e/o batteri di vario genere necessitano di una gestione particolarmente oculata, visto il rischio di diffusione di patologie importanti. Nella maggioranza dei casi, l’insieme dei sistemi e degli iter laboratoriali è molto scrupoloso e non permette il verificarsi di incidenti di questo tipo. L’errore umano però, presente in ogni applicazione scientifica, è sempre possibile, al di là di teorie complottistiche e Co.
Per quanto riguarda il bioterrorismo, con il progresso scientifico e tecnologico incalzante di questi ultimi anni, il rischio è concreto. Fortunatamente stiamo parlando di un’arma a doppio taglio che può rivoltarsi in ogni momento contro gli stessi terroristi, ma la necessità di introdurre ed implementare sistemi efficenti per il controllo del fenomeno, sta divenendo sempre più un imperativo.